qualche anno fa una donna scrisse ad un uomo che non conosceva una lettera molto personale. una lettera nella quale lo ringraziava, pur non conoscendolo. una lettera nella quale gli spiegava che al posto suo lei non avrebbe mai fatto quello che lui faceva perché fare quello che lui faceva avrebbe significato privarsi di una parte di se stessa e lei era possessiva verso ciò che amava e che le era così intensamente privato. perciò quella donna ringraziava quell'uomo sconosciuto per non essere come lei, perché visto che lui era come era, lei aveva potuto goderne ed in ultima analisi anche scrivergli quella lettera per ringraziarlo.
quell'uomo le rispose e lei rispose a lui e poi lui rispose a lei e lei a lui e così ogni giorno per tanti giorni. le loro lettere, col passare del tempo, divennero più lunghe e personali. un po' alla volta non erano più un uomo ed una donna che non si conoscevano ma un uomo ed una donna che imparavano a conoscersi sempre più profondamente.
qualche mese dopo l'uomo e la donna decisero di incontrarsi. lei arrivò che lui era già lì e non fece in tempo a scendere dall'auto che lui aveva già aperto la porta e l'aveva tirata a se. ciao glielo disse solo dopo averla baciata.
quella donna aveva 31 anni e camminava pudica sulle poesie di Nazim Himket.
***
I miei giorni sono fette di meloneprofumato di vita
grazie a te
i frutti si protendono verso la mia mano
come se fossi sole
grazie a te
4 commenti:
:)
(questa cosa mi emoziona come quando ti ho ascoltato raccontarla)
@sancla:
non è tutto romanticismo quello che sbrilluccica :)
@laura:
che gentile che sei... non so, un po' troppo romanticismo questo blog potrebbe collassare su se stesso.
a me ha ricordato "che tu sia per me il coltello" :)
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