31/05/09

monotematica /8

Perché poi, quando uno ci pensa sono strane le influenze che uno subisce da piccolo. Qualcuno ti influenza in qualche cosa, anche senza volerlo, semplicemente perché lui è così e tu sei così, adatto ad essere influenzato da quel preciso modo d’essere, e a non esser assolutamente influenzabile da un modo d’essere diverso, e è così per tutti. Ognuno ha chi lo ha influenzato.

Ugo Cornia. Le pratiche del disgusto.

monotematica /7

Chissà cos’ha pensato, quel traduttore lì. Beckett ha preso il Nobel, deve aver pensato, non può mica scrivere Stavo male. Stavo male son capaci tutti, di scriverlo. Beckett gli han dato anche il Nobel. Non può mica scrivere una cosa del genere. Ha preso anche il Nobel.

Paolo Nori. Mi compro una Gilera.

monotematica /6

Opera nr. 49
Gesù Cristo ha detto: Coloro che crederanno in me non moriranno mai. E così, ai suoi tempi, è riuscito a farsi dei seguaci. Ma se avesse detto: Coloro che crederanno in me moriranno, dei seguaci non se ne sarebbe fatto neanche uno.

Daniele Benati. Opere complete di Learco Pignagnoli.

monotematica /5

Comunque io e lei si può dire che già da subito avessimo anche fatto una modesta amicizia, anche se lei deve esser sempre stata cosciente fino in fondo che le tette sono il suo pezzo forte perché si è sempre messa addosso quelle magliettine che tengono fuori, in bella mostra, la parte sopra al capezzolo della tetta, che a me è sempre stata una cosa che un po’ mi imbarazza perché, dal tuo interno, ti vedi i tuoi occhi che mentre chiacchierate del più e del meno ti vanno a finire continuamente sulle sue tette, e devi riportarli sulla sua faccia.

Ugo Cornia. Le pratiche del disgusto.

monotematica /4

Beckett, c’è un mio amico di Reggio Emilia che ha tradotto Beckett in dialetto reggiano. Ha tradotto un racconto che cominciava con l’espressione I was feeling awful.
Che ritradotto in italiano dalla traduzione che ne ha fatto quel mio amico in dialetto reggiano suona così: Stavo male.
Be’, c’è un traduttore italiano, che ha tradotto Beckett in italiano, quell’inizio lì, I was feeling awful, l’ha tradotto così: Avevo una tarantola di inquietudini nel petto.

Paolo Nori. Mi compro una Gilera.

monotematica /3

Delle volte succede che guardo il mio appartamento, com’è ridotto, e mi dico Come faccio, a vivere in un posto del genere? Che vita sto facendo? mi chiedo. Poi magari, subito dopo questo pensiero, mi telefona magari qualcuno mi chiede Come stai?
Bene, gli dico.

Paolo Nori. Mi compro una Gilera.

monotematica /2

Ero a Reggio, avevo del tempo, sono entrato in una libreria che c'è sulla via Emilia che ci son dei divani, delle poltrone, un pianoforte e anche una vasca per fare il bagno che non li usano mai, il pianoforte e la vasca per fare il bagno, e su un divano che leggeva dei libri di poesia ho visto uno che conoscevo che si chiama Luciano e fa il sindacalista alla Camera del lavoro che lì a Reggio Emilia non la chiaman Cgil come nel resto del mondo, la chiamano ancora Camera del lavoro nome bellissimo.

Paolo Nori. Mi compro una Gilera

monotematica /1

Opera nr. 22
C'erano quattro persone nello scompartimento di un treno che si raccontavano di quando nella loro vita avevano avuto paura per niente. Poi uno ha starnutito.

Daniele Benati. Opere complete di Learco Pignagnoli.

I conti in tasca

Questa mattina mi son svegliata presto per pulire la casupola. Poi, sotto la doccia, mi sono scrubbata per bene che ho scoperto l’esistenza di questa cosa che è lo scrub che ti toglie le cellule morte del tuo corpicino in modo che poi la crema idratante, atta ad evitare la secchezza della pelle, si assorba meglio aumentando il suo potere di idratazione (si! io, è evidente, se becco una commessa tosta io gli pendo dalle labbra e divento la sua schiava d’ammore e di portafoglio). Poi sono andata dalla Marisa, la mia pasticceria che vuol dire fiducia, e lì ho saputo che è nato Mario, mercoledì scorso ed è bellissimo e dorme a tutte le ore tranne di notte. Poi ho preso la mia twingo rosso porchino e sono andata da MEL a ritirare le mie due copie del “Learco Pignagnoli”.
Poi ho cercato di comprare Nori, Raffaini, Erofeev, Charms ed il terzo accalappiacani ma non c’è stato verso. Ho trovato però tre libri di Cornia che mi mancavano, ho trovato Fideg di Colagrande che l’altra volta non l’avevo preso, ho comprato l’ultimo di Montalbano.
Avevo il massimo di punti per lo sconto, perciò li ho usati ciò nonostante ho speso più di 60 euro e ne ho prenotati per almeno altri 100 (io dettavo titoli e preferivo non indagare sui particolari spiacevoli)
io non so se è normale tutto questo. A me vien solo da dire: per favore… fermatemi!!!
Ed ora scusatemi che c’ho il Learco che mi aspetta.

29/05/09

silvia

Chi dovesse avere l’immagine, leggendo questo blog, della tipa tosta e contro-coglionata, rimarrebbe probabilmente molto deluso. Nella vita privata recentemente vengo accusata di voler piacere a tutti i costi, di avere una necessità fisica, quasi morbosa, di essere amata, capita, apprezzata e di voler risultare sempre la migliore, la più simpatica, la più bella, la più intelligente e di cercare di farlo anche attraverso questo blog. Di comportarmi, in questo modo, da ragazzina immatura e non come la mia età, 40 anni tra poco più di un mese, o la maturità raggiunte dovrebbero suggerirmi.

Ora queste accuse hanno la capacità di ferirmi profondamente ed io decido di abbandonare per una volta la mia riservatezza per chiarire qualsiasi dubbio nei confronti delle persone che passano di qui e che io apprezzo sinceramente e che non ho mai usato per creare una corte di adulatori. Ecco a loro, ma anche a me, giusto per mettere nero su bianco, giusto per ragionare a voce alta, oggi e mai più, vorrei dire questo:

no! Io i controcoglioni io non ce li ho purtroppo. Mi piacerebbe ma no! Soffro e sto male e spesso quando mi succedono cose brutte non sono capace di reagire. Io mi vergogno parecchio delle mie reazioni e se sono presa nel mezzo spesso taccio che non so cosa dire e quello che volevo dire mi viene in mente, generalmente, 5 minuti dopo, quando ormai è troppo tardi. Non ho i controcoglioni perché non sono in grado di reagire velocemente alle cattiverie o alle provocazioni e, normalmente, le cattiverie sono in grado di ferirmi dentro ed io poi cerco di non darlo a vedere.

Non ho mai inteso usare questo blog per farmi bella da nessuna parte. Anzi, l’ho usato come valvola di sfogo di un auto-ironia che non riesco a soddisfare fuori di qui. Questo perché a dispetto di ciò che può sembrare sono una persona riservata ed ho le mie belle difficoltà a fare amicizia (Amicizia! Quella con la A maiuscola bella forte) e quindi ho pochissimi Amici e faccio fatica ad aprirmi con gli estranei e quindi l’autoironia è un modo che io uso per ridere di me, per parlare del mio privato senza raccontarlo veramente e per sfogare una qual Joie de Vivre, visto che nel mondo reale, faccio una vita poco sociale e non mi succede spesso.

Io non mi credo né la più bella né la più intelligente né la più simpatica. Fondamentalmente perché so che non lo sono e poi perché so che sono dotata di un po' di tutte queste doti. Non eccello in nessuna di esse ma un pochino, come tutti, ce le ho anch’io. Conosco gente molto bella, molto intelligente, molto simpatica ed oltre ad ispirarmici e ad apprezzarle sono ben contenta delle loro doti così come lo sono delle mie e non ne sono invidiosa. L’invidia, quella cattiva, non l’ho mai provata in vita mia fortunatamente.

Essere la migliore? Certo! Quello mi piacerebbe. Io ci provo. E' una cosa che vorrei essere la migliore. Ma non la migliore rispetto ad altre donne o rispetto ad una umanità che non conosco. La migliore rispetto a me stessa ed alle mie capacità. Migliore per non deludermi. E anche, perché non ammetterlo, rispetto all’uomo che amo (amerò). Si! questo l’ho desiderato tanto e nonostante io sappia che è una cosa sbagliata, continuo a sperare di riuscirci. Quando succederà, che io sarò la donna migliore per quell’uomo, forse smetterò di pensare di essere amata solo perché faccio tutto giusto.

Io non so se la costante ricerca di non deludere, il costante tentativo di perfezione personale siano atteggiamenti bambineschi, è probabile anche se penso siano più legati alla debolezza o alla insicurezza. Forse lo è il mio modo di scrivere o di entusiasmarmi per le cose belle che mi capitano. E probabilmente si, dovrei essere diversa alla mia "veneranda" età, ragionare di più sulle cose invece che agire d'istinto. Usare la logica invece del sentimento. Ma se ci ragiono io, libera, felice e ragazzina non lo sono stata per niente quand'era l'età per esserlo e probabilmente adesso, raggiunti gli agognati quaranta che dovevano essere la testimonianza della mia maturità, del mio successo sentimentale e personale, ecco raggiunta questa età nel momento più brutto della mia vita forse semplicemente sono andata via di testa ed ho preso a fare tutte le cose che, quando avevo 16 anni non mi son sognata di fare mai. Forse è la rabbia. Forse è uno sfogo. O forse non è vero che mi comporto da ragazzina. Però che son tanto arrabbiata... questo si che è vero! Lo sono tantissimo.

Quanto al mio bisogno fisico, quasi morboso, di essere amata, capita ed apprezzata: sono colpevole di tutte le accuse.

3 botte di chiulo 3

Sabato ho avuto tre fortune. Una appresso all’altra. Tre fortune tre son tantissime se uno ci pensa. Già una fortuna da sola sarebbe, come dire, una bella fortuna di averla ma tre fortune, una appresso all’altra, son pazzesche.

Io sabato ho avuto la prima fortuna di sentire Andrej Longo che leggeva da Dieci. Poi ho avuto la seconda fortuna di sentire Patrick McGrath che leggeva da Asylum (Follia), poi ho avuto la terza fortuna di sentire Ugo Cornia che leggeva da Le storie di mia zia.

Missà che ve la devo spiegare bene questa storia della fortuna sennò voi pensate che è solo per via che ho visto gli scrittori ed invece non è così.


Dunque io, secondo me, sono brava a leggere. Mi piace come leggo ad alta voce, lo faccio spesso e secondo me non son proprio malaccio. Ma (!!!) – e qui scatta il discorso esplicativo – avere la possibilità, signore mie, di sentire un autore leggere un brano che lui stesso ha scelto da un suo libro è una cosa incalcolabile. Si percepisce una famigliarità col testo ed una intensità ed una forza incredibile nel modo che ha di leggere se stesso. E quello che ti lascia è una emozione che ti prende la bocca dello stomaco e ti lascia senza fiato. Che a quel punto non ci sono Sid brave a leggere e non ci sono neanche attoroni di stirpe, che, credetemi, come uno scrittore legge se stesso non c’e n’è per nessuno.


Ed a me, sabato, mi è capitato tre volte tre!


Avete capito adesso?

28/05/09

Outing
Sottotitolo: c’ho il cuore semplice, sono una dolce pastorella indifesa e sono ingenua in quanto illibata non essendomi ancora mai sposata

Lo Splendido, in modo esclamativo, usa scrivere, che è un vero gentleman: Steek Hutsy. Ecco io, prima dello Splendido, la parola Steek Hutsy non l’avevo letta mai. La prima volta che l’ha usata era in merito allo sport dei suoi figli. Tipo che doveva andare in un posto perché i figli avevano una gara, Steek Hutsy.
Ed io subito non l’avevo notata la virgola tra gara e Steek Hutsy perciò gli ho risposto:
non ho mica capito, sai, che sport fanno...

scusate, vado un attimo a suicidarmi /2

Sabato sera c’era la serata montanara lo sapete no? Che mi si è distrutta la giornata perfetta fatta di libri ed autori altamente meravigliosi per andare alla cena dei montanari. Che la cena dei montanari alla fine si premiavano i montanari arrivati primi secondi e terzi e c’erano un mucchio di categorie. Quella più bella era quella dei bambini e chiaramente a me non mi ci han fatto neanche avvicinare perché quei robini sorridenti alti un soldino di cacio tutti contenti a prendersi le coppe più grandi di loro dovevano godersele gli altri.

E insomma, i montanari credo che non sono abituati alle ragazze. Non saprei dire perché che io ero convinta che i montanari, soprattutto quando insegnavano a sciare, erano dei tombeur-des-femmes ed invece pare proprio di no perché improvvisamente tutti dovevano stare seduti al tavolo nostro come se non avessero mai visto una che preferisce i bagnini. O forse volevano convertirmi ma allora, proprio fiato sprecato perché io di svegliarmi all’alba per fare una fatica boia tutto il giorno si confondono con qualcun’altra.

E comunque quando è ora di premiare i masters (che è un modo elegante per dire i vecchi) mi han chiamato a fare la velina. Che a me, queste cose, non me le dovete far fare per favore che, primo, non c’ho proprio più l’età per ste cose, secondo, io mi vergogno come una biscia a stare di fronte a tutti che tutti mi guardano. Terzo io proprio non conoscevo nessuno e quindi per favore non mi mettete in mezzo che oltretutto a me piace lo sport dello svacco sul divano. Insomma, non mi fate fare cose così che io svengo. Però mi hanno trascinato e mi pareva brutto stare lì a tirarmela e dopo il secondo trascinamento mi son detta e vabbè, se dobbiamo proprio farla sta roba facciamola.

E funzionava così. Che il presidente diceva terzo classificato e poi chiamava il nome, e poi secondo classificato e nome e poi primo classificato e nome. E c’erano i master di un tipo e quelli di un altro e quelli di un altro ancora insomma c’erano tipo venti persone da premiare. Allora il premiato di turno arrivava verso di me, io gli dovevo dare il premio e teoricamente finiva lì ed invece han cominciato che gli dovevo dare il bacio accademico ai vecchi master. Allora ho detto al presidente: ma non potevate farmi premiare i bambini?

E ad un certo punto succede che quando i vecchi master han capito che si pigliavano il bacio accademico dovevi vederli come correvano. E più correvano più io ero rossa in faccia che guardavo Andrea e gli dicevo, con lo sguardo, portami via portami via ti prego!!! Che io, queste cose, proprio io non le so fare. Che la velina, a 40 anni, c’è anche del ridicolo secondo me, e allora io gli davo il premio e facevo la gnorri e loro proprio immancabili: e il bacio?
E allora io ho detto al presidente: ma non potevate farmi premiare i bambini?

27/05/09

Autolesionismo

Dopo il dentista sentivo la necessità di un po’ di autolesionismo bancario che quello dentale evidentemente non mi era sufficiente. Allora sono andata nella libreria dove c’è lui e l’ho subito brincato e gli ho detto - oh! Lo sto leggendo eh, Wallace - Ah! Fico! E come va? ha risposto - ‘nsomma un po’ dura, dico la verità, che tutti mi dicono che Infinite Jest è fantastico pure la Elena me lo dice ma io, non riesco ad andar oltre pagina 10. Da un mese. Però non demordo. Demordere io mai! Che se quello è un capolavoro io prima o poi ce la faccio, ho ribadito - Eh, ha continuato, Infinite Jest è veramente un capolavoro ma mica sono riuscito a finirlo neanche io sai. Ed allora, mi verrebbe da dirgli ma non gliel’ho detto, perché cavolo me l’hai fatto comprare a me che tu non riesci a finirlo? Però non ho detto niente di questo ma anzi, gli ho detto, te, dammi retta a me cinque minuti che adesso io ti apro un bel po’ di orizzonti altroché Wallace con rispetto parlando.
Ed allora mi son fatta prenotare Le opere complete del Learco Pignagnoli e poi ho comprato Cavazzoni e poi Cornia e poi Nori e poi Charms e poi Colagrande. E lui, devo dirlo, mi dà sempre delle gran soddisfazioni perché era lì che andava da una parte all’altra della libreria e mi tirava fuori libri e mi domandava ed io gli consigliavo. Insomma… c’ha sempre il suo perché andare da Mel a Padova secondo me, figo industriale a parte.

Grande concorso:
io amo Learco Pignagnoli ma pure la Sid non scherza

Ho ordinato “Opere complete di Learco Pignagnoli” di Daniele Benati. (Learco Pignagnoli di cui sono innamorata pazza alla seconda). Ne ho ordinata una copia per me e poi una seconda copia così per poterla regalare un giorno a qualcuna che gli voglio bene.

Vedete un po’ voi…

***

opera nr. 73
A me quando chiedono che lavoro faccio, dico sempre che faccio il libraio. Oppure il bibliotecario. Delle volte dico anche che faccio l’editore. Poi, se mi chiedono come mi chiamo - e me lo chiedono sempre quando dico che faccio l’editore - gli rispondo che mi chiamo Giulio Einaudi; oppure Arnoldo Mondadori. Sono l’erede, gli dico. Loro mi guardano seri e subito dopo spunta qualcuno che dice d’aver scritto un libro, se voglio pubblicarlo. Un libro di che tipo? gli chiedo, bello o brutto? Loro s’affrettano a dire che è bello, poi fanno un passo indietro per modestia.
(grazie a Francesco)




26/05/09

Comunicazione di servizio

Ieri sera ho cominciato a leggere Bassotuba non c’è di Paolo Nori ed alle tre di notte ero ancora lì che mi scocciava smettere. Per ora, e sono quasi a metà, è bellissimo. Il primo aggettivo che mi viene in mente è commovente. Parecchio. Però è anche tosto un bel po’, diciamo che la fa bene la radiografia del popolo attorno allo scrittore. Tipo che quando uno incontra uno scrittore gli dice Scrittore? Ah bello! Ed invece lui disquisisce parecchio su quel commento e ti fa sentire un po’ uno scemelotto ad averlo detto.
Dopo che ho letto quel passaggio, ho pensato, fortuna che a me non è mai successo perché quando ho incontrato degli scrittori era in qualità di fan e quindi non è che dovevo chiedergli, che fai per vivere? Lo scrittore. Ah! Bello. Però ho pensato a quante volte mi capita di dire bello quando sento qualcuno che fa un lavoro che mi piacerebbe anche a me. E mi son sentita un po’ stupida. Poi c’è un passaggio sulle fan degli scrittori che voglion guzzare con gli scrittori stessi e non potrei dargli tutti i torti perché in effetti, lo scrittore piglia parecchio secondo me però, a pensarci a mente fredda, trovo un po’ ingiusto relegare il pensiero della guzzata alle donne, secondo me anche parecchi uomini ci piacerebbe di guzzare con lo scrittore. Però ecco, mi son sentita presa in causa un pochino anche lì. E trovo che sia parecchio interessante che uno legge una storia ben scritta (veramente ben scritta) ed intrigante e, per quel che ha dato a me, intima e commovente che però ti fa anche ragionare sulle piccolezze umane.
Io son arrivata a metà, più o meno però so che qui c’è gente che mi crede anche se sparo un sacco di cazzate e quindi a quelli che mi credono gli vorrei dire, compratelo! Subito! E’ veramente bellissimo!

Se gò voia

Allora ero dal dentista che m’ha fatto un otturazione (eppure io avevo sentito dire che i denti si cariano solo fino alla pubertà, poi smettono di cariarsi… si vede che sono ancora puberale) e l’otturazione era più ingombrante del mio dente originario ed allora lui metteva una cartina con del blu e mi diceva di masticare due o tre volte così il dente, dove toccava, si colorava di blu e lui poteva limarlo.

E dai una, e dai due e dai tre… alla ventesima volta che mi dice in cagnone dai mastica e apri io l’ho guardato torva e gli ho risposto: se gò voia!

Allora lui mi ha chiesto per favore e poi ha chiesto all’assistente di chiedermi per favore.

25/05/09

I have a dream

La letteratura è una parte fondamentale della mia vita. Ecco, io magari potrei vivere di pane e salame o con i vestiti di 10 anni fa ma della letteratura non potrei farne a meno. Che poi a me piace anche possedere i libri, non mi basta solo di leggerli. Ecco perché raramente chiedo in prestito ad amici o vado in biblioteca. Che io, oltre a provare piacere nel leggere l’oggetto provo proprio godimento nel possederlo, nel vedermelo nella libreria quando ci passo davanti. E’ importante per me. io, per me, il mio sogno, è avere una casa, anche piccola ma tappezzata fino al soffitto di libri libri libri a perdita d’occhio anche in bagno anche nel guardaroba anche in cucina. Dappertutto. Ecco, quello è il sogno mio. Oltre ad avere una libreria bellissima. Anche quello è il sogno mio. Una libreria dove ci sono i divani e la gente se vuole compra se vuole legge e si beve una tisana o un bicchiere di vino se è tardi. In questa libreria io inviterei gli scrittori o organizzerei serate di discussione o corsi di letteratura creativa. Io così la farei la mia libreria. Eppoi dovrebbe essere piena di piante, piante dappertutto che uno deve avere la sensazione di stare all’aperto attorniato dal verde delle foglie e dal profumo dei fiori e dalle copertine dei libri e dalla gente sorridente che legge ed è felice. eppoi vorrei lavorarci con delle donne in gamba. Ecco, io vorrei che la mia libreria fosse solo di donne. Io ci vorrei la Fata a lavorare con me e ci vorrei anche la Viola, che lei ha esperienza ed è importante lavorare con persone che ne sanno. Io se avessi una libreria la vorrei con lei che se ci fosse un concorso librai lei vincerebbe il primo premio.
Ecco, io lavoro nella tecnologia, ma a me piacerebbe vivere in mezzo al puzzino dei fiori e della carta stampata.

***

e poi ci vorrei la Chiara nella mia libreria, lei starebbe alla cassa a fare i pacchettini belli o al bollitore a preparare le tisane ai clienti. si si! lei può. oppure si può anche mettere sul divanetto a dare il buon esempio, che quando vedi una che legge sul divanetto ti viene voglia di sederti anche tu sul divanetto e di leggere: e questo lei lo sa fare perchè alla Feltrinelli lo fa sempre quando ci sono i divanetti liberi. E' allenata!

e poi ci voglio anche la Pulcia nella libreria dei sogni col ruolo di Nonna Papera che potrebbe fare delle tortine fatte in casa, perchè una fetta di torta con una tisana ed un bel libro ci sta proprio bene. e siccome lei mi ama mi ha regalato anche il nome della libreria dei sogni: Shakespeare a colazione (!!!!!!!!!!!)

e poi viene anche John nella libreria dei sogni, anche se non è una fringuella, perché nelle varie ricorrenze dell'anno si occuperà della letteratura per bambini. Vestendosi all'uopo da Babbo Natale, Insegnante di Harry Potter, qualsivoglia personaggio Disney (per le fattezze fisiche riescono bene Gambadilegno e il genio nella lampada) cagnolone etc etc....

23/05/09

Great Expectations

una perfetta giornata perfetta:
ore 10.00 Andrej Longo
ore 11.30 Patrick McGrath
ore 17.00 Ugo Cornia

come rovinare miseramente una perfetta giornata perfetta:
ore 21.00 Cena CAI
(che a me, proprio, i montanari, io proprio i montanari... a me piacciono i bagnini porca miseria!)

***
qui alcune foto BEISSIME :)

22/05/09

Innamorata pazza/2
(il giorno che Sid incontrò quel gran figo del Learco Pignagnoli)

Al LitCamp dove c’era Paolo Nori c’eran anche un gruppo fantastico di scrittori/attori e c’era Eio e c’erano i numeri arretrati de L'Accalappiacani. Allora io, che ho ascoltato quel gruppo fantastico di persone recitare che avevo la bocca aperta e ci entravano le mosche, ecco io, dopo che li ho sentiti recitare ho comprato il primo ed il secondo che del terzo c’era una copia sola e me l’ha ciulata Gaspar da sotto il naso.

E poi sono andata dallo Zio Bonino a dirgli quanto mi era piaciuto
Nori che recitava che io avevo finalmente capito come leggerlo, che non ce l’avrei mai fatta a dirlo di persona a Nori perché io magari banfo come un aquilotto ma poi son timida e di andare da Nori a dirgli “la amo di un amore letterario puro e sincero” non ce la potevo fare. Allora sono andata dallo Zio e l’ho detto a lui, che avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno.

E stavo appunto dicendo allo
Zio del mio amore letterario che lui vede i miei Accalappiacani e mi interrompe tutto entusiasta che ho preso L'Accalappiacani numero due dove c’è il CD del “Pignagnoli Ballabile” e i Pignagnolisti: Nori, Benati, Cornia e Raffaini che recitano le opere di Learco Pignagnoli. E sarà l'emozione del Nori o l'entusiasmo dello Zio oppure che io, sto Learco Pignagnoli, non l'avevo mai sentito nominare che, incredibile a dirsi, son stata zitta.

E poi il lunedì son partita per Roma ed ho detto ai miei colleghi, 'tenti che c’ho un CD fico da ascoltare e l’abbiam messo su e quando è finito ci siam detti che era meglio riascoltarlo che magari c’eravamo persi dei pezzi mentre ridevamo e così ce lo siamo riascoltati e poi ci siam detti che era meglio se lo riascoltavamo di nuovo perché in effetti al secondo ascolto ci era piaciuto quasi più del primo e poi ci siam detti che c'erano delle cose troppo sagge che avevamo percepito bene solo al terzo ascolto e magari era meglio se lo ascoltavamo ancora che così capivamo meglio e siamo andati avanti così fino a Roma.

E durante la fiera ad un certo punto ci siam guardati seri ed abbiam deciso che adesso siam pure noi dei Pignagnolisti e come omaggio, ogni tanto, recitiamo, a memoria, le sue opere.

Opera n. 3
Loris era un poeta che una volta ha scritto un endecasillabo con tante di quelle sillabe, che l’endecasillabo è scoppiato.

Opera n. 28
Secondo il Corano, non è vero che Gesù Cristo l’hanno crocifisso. Gesù Cristo, dice il Corano, l’hanno impiccato, e al suo posto, sulla croce, ci hanno messo un tipo che si chiamava Sergio.

Opera n. 90
Bottazzi, gli ho scritto che volevo ammazzarmi, e m’ha risposto solo dopo due mesi

Opera n.161
Se non c’è niente da ridere vuol dire che non c’è niente di tragico, e se non c’è niente di tragico, che valore vuoi che abbia.

Opera n. 193
Lì dove eravamo andati a lavorare io e Busecca c’era la produzione che stava attraversando un periodo di dormia.

[Daniele Benati, Opere complete di Learco Pignagnoli, Reggio Emilia, Aliberti, 2006, pag. 64]

21/05/09

Innamorata pazza
(il giorno che Sid incontrò quel gran figo del Paolo Nori)

Che io sia una vorace lettrice lo sapete tutti. Che qui in rete Paolo Nori vada via come il pane è cosa risaputa. Che io, prima di conoscere lo Zio Bonino non ne avessi mai sentito parlare, ne faccio pubblica ammenda. Paolo Nori ho preso a leggere il suo blog sempre. Non riesco mica a commentare ed a scrivergli che lui è troppo colto ed io mi sento troppo ignorante e mi vergogno ma ogni volta che scrive mi verrebbe da dirgli: lei è l’uomo più interessante che mi sia capitato di leggere in vita. Ma non glielo dico mai, anche perché lui pubblica parecchio e ricevere dieci mail al giorno da una invasata che ti scrive “lei è l’uomo più interessante che mi sia capitato di leggere in vita” secondo me uno si spaventa, anche se è uno che scrive strano come Paolo Nori.

Allora ho comprato Pancetta e devo dirlo… io lo sapevo che Paolo Nori scriveva strano ma Pancetta l’ho mollato lì dopo 5 pagine che non ce la facevo proprio a leggerlo. Mica che sia brutto che dopo 5 pagine non puoi dire niente. No-no proprio che io non ce la facevo con la mia testa stupida a seguire tutti i suoi scritti incastrati ed ero dispiaciutissima perché a me Paolo Nori come scrive nel blog mi verrebbe da dirgli sempre “lei è l’uomo più interessante che mi sia capitato di leggere in vita”.

Ora, siccome io mollare mai, ho acquistato Mi compro la Gilera che essendo che son racconti non solo mi è venuto più facile leggerli ma, e qui c’è del gran ovvio, mi son piaciuti tantissimo. Perché son acuti, son simpatici, son intimi e sono tanto ben scritti. E così mi son detta che io Pancetta, io ci dovevo riprovare.


Poi sono stata al LitCamp sabato scorso che ormai lo sanno anche i sassi. Sono stata lì ed alla fine c’era anche Paolo Nori che recitava da L’accalappiacani. E lui si è messo davanti al microfono ed ha alzato il braccio destro e, muovendo il dito indice in modo declamatorio, ha cominciato a leggere ed io ho capito. Che i suoi libri non posso fare come faccio sempre che mi metto a letto, appoggio il libro sulla pancia e leggo. No. I suoi libri, io, ho capito che li devo leggere ad alta voce, in soggiorno, con un leggio davanti, alzando il braccio destro e muovendo il dito indice in modo declamatorio. Che, secondo me, è solo in quel modo lì, recitandoli, che capisco bene il discorso e se li leggo come li leggerebbe lui improvvisamente diventan chiarissimi e le frasi tutte concatenate bene che non avrebbero potuto essere scritte in modo diverso da quello lì.

E allora stanotte a mezzanotte son tornata a casa da Roma e mi son presa Pancetta e l’ho ricominciato…tanto tra un po’ mi trasferisco!

(la - bellissima - foto è di Ialla
)

C’è questo film o questo libro, non so, non ho capito bene, che parla di feisbuc


Che la storia è che la protagonista incontra su feisbuc il suo primo amore e si rimettono insieme, se non ho capito male. Allora mica che io lo volevo fare perché la minestrina riscaldata, io, la piglio solo per dimagrire però ho pensato che sarebbe stato carino vedere che brutta faccia avevano assunto i miei ex dopo che mi avevano irrimediabilmente perduta indi, rovinando per sempre la loro, da qual momento squallida, solitaria ed inutile vita.
Ne ho trovato soltanto uno. Nella legge dei grandi numeri tutto questo non ha senso.



Non mi ha mai risposto.

20/05/09

è un buon orario per dormire

questo... le due di notte intendo è un buon orario per andare a dormire. Stasera sono stata a mangiare al Trilussa in Trastevere. Nonostante sia ancora fermamente convinta che fossimo in una trappola per turisti devo dire che s'è mangiato benissimo. Tipo io, che ero l'unica donna in un tavolo di 20 persone, sono stata anche l'unica ad ordinare la coda alla vaccinara. E poi uno si domanda chi ha le palle!!!

Poi volevo dirvi che l'età media dei partecipanti era 60 anni ma, graziata da vistoso chiulo, proprio di fronte a me era seduto un miliardario trentenne bellissimo. Peccato che io sia una squattrinata quarantenne passabile. Insomma, siamo caratterialmente incompatibili.

Infine volevo dire a Chiara che ho mangiato il supplì e l'ho pensata.

19/05/09

una sequela di sfighe

che sono a Roma per una convention e sono blindata.
che non solo non c'è una linea di internet ma pure una tacca di cellulare.
che l'aria condizionata, in questo posto qui, non funziona e la traspirazione degli astanti sta diventando antipatica.
che gli astanti non ce n'è uno che abbia una bella faccia (me esclusa eh!)
che fino a giovedì non riesco a leggere i miei bloggher preferiti
che neanche di sera son tranquilla perché c'ho le pablic relescion da coltivare

cioè... io volevo tranquillamente mangiarmi un mecdonaldo ed andarmene a letto alle 9.00 e, pensate, sto mio cliente che ha osato invitarmi a cena e mi ha portato a Trastevere. un pazzo! ne convenite no?!? e insomma eravamo a Trastevere, ieri, ed abbiam mangiato fuori, con questa brezza favolosa ed il caldo e tutta la Trastevere attorno ed i turisti e le turiste e noi, che ci si abbuffava, proprio una vita grama.

17/05/09

Torino LitCamp 2009
Sottotitolo: ma quanto bello è stato porca miseria quanto sono stata bene al LitCamp

Il post è molto lungo e mi dispiace. Vi chiedo però, se ne avete voglia, di leggerlo tutto. È lungo perché ci tenevo tanto a scriverlo. E mi piaceva questa cosa di condividerlo con chi passa di qui.

Avete presente quando vi fate un culo disumano che accidenti vi fate 8 ore di macchina in un giorno partendo quasi all’alba e rientrando a notte fonda e poi giri per Torino che te sei della provincia e Torino fa città e te ti caghi un po’ sotto di girare per Torino e ti agiti e così c’hai l’agitazione. Avete presente no? Ci si fa un culo disumano eppoi si torna a casa che dovresti essere distrutta a pezzi a tocchettini non mi parlate che son stanchissima e invece arrivi e ti pare di essere stata via un mese in vacanza. Che c’hai la testa libera e serena, piena di emozioni e di visi e di parole e di cose belle che hai visto e di persone belle che hai incontrato e gli abbracci che hai dato e ricevuto.

Che uno torna e le 4 ore del ritorno gli durano cinque minuti perché è lì con una donna speciale che si parla di quanto è stata fantastica, ma porca miseria quanto può essere stata fantastica quella giornata che hai appena passato piena di parole e voci e sorrisi e risate e libri e foto e poi tanto di più che ci hai talmente la testa piena di tutte queste cose che fai perfino fatica a metterle in fila da quanto sono state intense.

Che te non lo sapevi mica che saresti stata così bene, che come fai magari arrivi lì e ti rompi le balle e dopo 5 minuti sei pentita e vuoi tornare a casa e invece, ti scoccia un po’ che la giornata finisca e decidi che non la vuoi finire e ti fai uno spritzettino prima di partire che te staresti lì ancora un po’, dai fermiamoci al LitCamp un altro po’ che fretta c’è di andare via, dai stiamo ancora tipo una settimana che non ci credi che c’hai avuto tutto quel culo lì di incontrare quelle persone belle che se non c’era internet e quando ti capitava?

Ed allora, prima di fare i nomi ed i cognomi io vorrei dirlo che ho ancora la testa tra le nuvole per quello che ho ricevuto ieri. Che è stato tantissimo ed è stato favoloso e chi non c’era non può capire ma chi c’era invece capisce benissimo quello che sto dicendo perché son sicura che lo prova anche lui, quella persona medesima che era lì. Che quanto te stai bene e sei felice non è possibile che chi è attorno a te non stia bene e sia felice e si sentiva proprio nell’aria questa cosa di quanto eravamo tutti soddisfatti di essere lì. E fortunati di esserci incontrati. È una cosa che si sente questa. Quando ci si incontra.

Ed allora giusto per fare qualche nome che è giusto che chi non c’era sappia che la prossima volta, la prossima volta si organizza una due giorni e col cavolo che io arrivo solo l’ultimo, la prossima volta le persone che non c’erano ci saranno tutte per non perdersi il buscio di culo incredibile di abbracciare tanta bella gente ma non bella per modo di dire eh, non bella per carineria che a dir le carinerie siam capaci tutti ma io no, io di dire le carinerie così aggratis io non son capace ed allora quando vi dico bella gente ci dovete proprio credere, lo dovete proprio sapere che quella gente è bella dentro. Che c’hanno il sorriso grande ed un cuore così e te che non c’eri ci sarai e capirai quello che sto dicendo.

Ed allora ringrazio Arsenio Bravuomo che nomen omen, voglio dire, che, senza di lui, il LitCamp io non ci potevo venire ed è stato bravissimo. Il circolo dei lettori è un sogno che si avvera che uno vorrebbe abitare a Torino solo per avere il diritto di camminare dentro quelle stanze lì. Però lui è stato bravo mica solo per questo ma soprattutto perché gli interventi erano tutti interessanti che se non era per lui io, voglio dire, io, quando mai lo potevo sentire parlare Matteo B Bianchi? E poi, voi avete idea di cosa significhi incontrare quel bel toso del Vanni Santoni che io lo chiamo Sarminzegetusa che lo conoscevo dai personaggi precari che li ho amati tutti, dal primo all’ultimo e lui era lì che parlava grazie al Bravuomo. E poi c’erano il grande immenso Mauro Gasparini, un uomo un intensità e l’immaginifico Guido Catalano che io conosco i titoli delle sue poesie a memoria e lui no. E per me potevano continuare qualche altra ora che io non mi stancavo di ascoltarli no no! E poi ragazzi, voi non lo potete capire ma, ragazzi, alla fine è arrivato anche Paolo Nori ed io Paolo Nori me l’avevan detto che dal vivo è una cosa che ti toglie il fiato ma io non potevo immaginare che sarei rimasta a bocca aperta ad ascoltarlo recitare in quel modo lì che è pazzesco. E poi anche quelli che recitavan con lui che io sono una cialtrona e non mi son segnata i nomi ma erano, accidenti, erano bravissimi e vorrei dirgli grazie anche a loro e scusa che non mi son segnata i nomi. E sapete che c’è? Che una non ci crede di avere il diritto, nella vita, di vivere delle emozioni così. Una non ci crede che esistono delle persone che sono in grado di aprirti la cassa toracica e rubarti il cuore ed il fiato per quello che scrivono e per come lo scrivono. Una non ci crede ed invece poi gli capita. E pensa che è fortunata. Fortunata un casino, porca madosca!

E poi volevo dire a Sba, Anecoico, Annarella, LaRejna, WebGol, Eio, Bloggo, Elena (senza aggettivi), E.l.e.n.a., PietroIzzo e dolce consorte, GaP , Fran, Gaspar, Daniela, a loro volevo dire grazie. Per tutti i motivi qui sopra e soprattutto per quel 20% di alce in più.

E concludo ringraziando Massimo che E’ in tanti, tantissimi sensi ed Andrea lui sa perché.

L’ultima cosa che vorrei dire è: la vita è uno schifo senza un Litcamp domani.


***

segnalo 3 godibilissimi video, girati da Gaspar ieri. "non avevo capito niente", "cosa leggi?" e "blogger che leggono blogger"

16/05/09

io sono qui

In questo momento, proprio adesso che state leggendo, proprio in questo momento qui io non ci sono. Voi vi credete che io son qui, sola soletta a Padova ed ho appena cliccato invio ed invece non è così e tutto questo è stato messo a disposizione dai potenti mezzi di blogger.
Che io non sono sola soletta a Padova a cliccare invio ma sono in compagnia di questa fantastica donna al LitCamp di Torino.
Perciò, se siete nelle vostre solitarie casette, siate basiti ed invidiateci. Se siete in dirittura di Torino sappiate che noi siamo quelle mediamente brille che ridono.

15/05/09

Lo so che non è bello ma non ho potuto resistere dal farlo perciò l’ho fatto.

Mi sono auto-invitata a casa di quei due. Stasera.

E siccome ero felice e di gongolare da sola non mi piaceva abbastanza ho telefonato ad Andrea e gli ho detto: ma lo sai, gnè gnè gnè, lo sai che io, gnè gnè gnè, io mi sono auto-invitata, gnè gnè gnè, a casa di
quei due? Gnè gnè gnè!

Dopo un primo momento di silenzio basito sono seguiti subitanei elenchi di quanto io sia capra, delle ande capra (bond, james bond) e poi una serie (disperata) di ma no! Ma non andare! Ma ci andiamo insieme! Ma allora vengo anch’io! Ma non è giusto.

Alle sue proteste io ho risposto con calmi, pacati e maturi: e io ci vado e tu no-o! e io ci vado e tu no-o! e io ci vado e tu no-o!
(gongolo)

chiarezza necessaria

Il 18 luglio è il mio compleanno e le mie amiche del cuore mi hanno regalato un week-end lungo a Palermo. In Sicilia. "In Sicilia" lo dico per l’enfasi, non per specificare.
Non è che mi hanno comprato il biglietto per togliermi dai piedi,
le mie amiche vengono con me. Lo dico per specificare non per l’enfasi.

14/05/09

scusate, vado un attimo a suicidarmi



a mia discolpa potrei dire che ero 'mbriaca ma non so come suonerebbe davanti ad una giuria...

Salve, sono Sid.
Ciao Sid!

Ora io non è che abbia problemi con l’alcol. Problemi (plurale) no! Problema ecco uno –forse- ce l’avrei. Che l’alcol, se ce l’ho in casa io lo bevo. Mica che mi scolo le bottiglie a gargarozzo come Nicolas Cage in Via da Las Vegas, solo che dai-oggi-dai-domani e bem! calorie a nastro. Che una si mangia le minestrine 40 calorie e poi le innaffia con un bel bianchetto bello fresco è una cretina. Fatti un pollo arrosto piuttosto. E così tranne nella mia cantina (che però contiene solo vini pregiati che non si aprono per 40 calorie) io non ho alcol in casa. giammai. Never and ever.

Poi è venuto a trovarmi Andrea ed io ho pensato che sarebbe stato carino accoglierlo con un bello spritz all’aperol che, voglio dire, se non lo offro io, chi altri? E così ho comprato les ingredients (l’eau minerelle, le prosec e pure l’aperòl) e je l’è offert ad Andrè quand il’è arrivè.

Tutto questo, cari i miei increduli, è successo ben tre settimane fa (!!!).
Io, cari i miei increduli, da allora (a casa mia) non ho più toccato un goccio! (a casa mia)
Cari i miei increduli…

13/05/09

Un piccolo pezzo di me

Ieri sono stata in agenzia a firmare il contratto per la vendita della mia casa. Dopo un anno che ci provavo finalmente qualcuno si è innamorato del mio posticino e ha desiderato abitarci. Io non vedevo l’ora di vendere. Vivo lì da 16 anni ormai e sono stanca. Quel posto non mi rappresenta ormai più, è lontanissimo dal mio tutto e soprattutto è pieno di ricordi che desidero cancellare.

Così ieri sono stata in agenzia a firmare il contratto per la vendita della mia casa. Vivo lì da 16 anni ormai e sono stanca. Solo che quando è venuto il momento di prendere la penna e firmare, ecco, sono sbiancata, lo stomaco mi si è contratto e mi è salita un'ansia che somigliava al panico.

La splendida ragazza che ha curato la vendita mi ha guardato spaventata chiedendomi che avevo, cosa stava succedendo. Ed io ho fatto un respiro profondo e le ho risposto. Sai, avevo 23 anni quando l’ho comprata, ero una ragazzina. Sto vendendo un pezzo della mia storia. Un piccolo pezzo di me. E un pochino fa male.

degià-vù

A me capita spessissimo che butto l’occhio sull’orologio, per esempio del piccì e ci trovo 18:07 cioè, questo mi capita attorno alle sei di sera mica a tutte le ore del giorno e della notte sennò c’avevo una paresi, non un piccì.

Anche sabato, per esempio, ero in auto ed ho guardato l’orologio digitale ed erano le 18:07 e lui mi stava dicendo parole ed io l’ho interrotto: guarda! Le 18:07 (!!!) ma non mi ha cagato che doveva continuare ad avere ragione lui.

Ehi, non è che mi agito così a tutte le ore del giorno, solo alle 18:07 perché io, ebbene si, io ci sono nata il 18.07

E ogni volta vedo l’ora 18:07 che, come ho detto, mi capita spessissimo di guardarla proprio alle 18.07 e penso, ma io, quel numero, io l’ho già visto.

12/05/09

La portanza è una danza

A cena, sabato sera, si parla dell’aereo ammarato sull’Hudson ed io me ne esco con grande nonscialans con quella cosa della portanza, massì dai, la portanza, lo sanno tutti, la componente verticale, verso l'alto, della forza aerodinamica che agisce sulla superficie alare di un aereo permettendogli di sostenersi in volo*, no?
Allora Gaspar m’ha guardato e ho capito subito che avevo guadagnato duemila punti.
Ed anche Andrea m’ha guardato e ho capito subito che gli ho rubato l’unica cosa che sapeva per far la figura del figo.

...

poi ci sarebbe da parlare anche delle minigonne e della deportanza fornita dagli alettoni atta a massimizzare la tenuta di strada dei bolidi nella formula 1, ma non vado avanti sennò gli rovino il post che voleva scrivere!

11/05/09

Allora ditelo che ce l'avete con me!

Che non è possibile che io son qui che faccio dieta e soffro come un cane e poi il capo arriva con una NAFTA con 4 amarene!
(Burp!)

...tranquilli! Sto bene sto bene.

Venerdì gli ho scritto una mail. A loro due. Una mail pregna d’ammmore fraterno e di fratellanza cosmica. Una mail in cui gli dicevo che mi mancavano tanto e che avevo voglia di rivederli. Una mail bellissima e proprio amorevole. Giuro. Proprio una mail che ero contentissima di averla scritta che volevo che lo sapessero che li amavo e che erano importanti per me e c’ero proprio riuscita a spiegare il concetto. Ero felice veramente di aver scritto quella mail lì. A quei due. E poi, ma per ridere, gli avevo scritto che se la cosa non era reciproca e se io sola li amavo e loro no, ecco… per ridere gli ho scritto che non me lo dicessero ma che si inventassero delle scuse bieche per non vedermi così io non ci rimanevo male.

Poi ho ricevuto una mail LUNGHISSIMA di scuse bieche per non vedermi.

Buon vicinato

Dovete sapere che quando sono andata a vivere da sola, dopo il rogito, non avevo neanche gli occhi per piangere. Ho vissuto accampata per quasi un anno e per accampata intendo proprio che dovete fidarvi! E pur non avendo di che comprare il letto ho messo subito le tende. Questo perché ho ben presto scoperto che il passatempo preferito del mio dirimpettaio era stare a controllare quello che facevo. Continuamente. Ed io, di scoprire che uno mi guarda anche mentre tiro lo sciacquone, francamente, preferisco passare!

Nei mesi successivi lui ha cercato ogni scusa possibile per avere il mio cellulare finché c’è riuscito. Direi che me l’ha carpito con l’inganno.

Passano gli anni, sette, ed il mio fidanzato lascia la sid-tower per raggiungere altri lidi. Ed invece non passano due giorni perché in piena notte io riceva un sms allucinante tipo che dovevo guardare la luna piena che c’era in cielo quella notte fantastica che la luna piena era bella e mi somigliava.
Io mica lo conosco quel numero e rispondo: chi sei? (che io li odio propissimo i messaggi pseudo-romantici-di-bassa-lega) e quel coglione ribatte: indovina. All’indovina io passo. All’indovina io ti mando a quel paese. All’indovina tu devi morire! All’indovina hai appena ottenuto il mio odio più profondo. All’indovina io spengo il telefono e non vado oltre perché sono una signora.

La mattina successiva trovo un altro messaggio tipo: era bella? Bella la luna? Mai come te la luna bella la luna su nel cielo, bella luna tu. Io chiamo il numero e chi ti becco dall’altra parte? Lui! Il fetido vicino. Che io proprio gli avvoltoi mi fanno veramente schifo. Il letto è ancora caldo e tu che mi sei vicino - e spo.sa.to - ti butti come una iena? E così mentre lui mi dona un ciaaaaao romanticissimo, io, gelida, gli rispondo: Il prossimo sms che mi mandi ti suono il campanello e vediamo cosa ne dice tua moglie. Lui blatera uno scusa-scusa e da allora io non lo cago neanche quando mi dice ciao per strada.

E bon.

Volevo solo farvi sapere che, recentemente, anche il fidanzato di lungo corso numero due ha lasciato la sid-tower. E questa mattina ho trovato un bigliettino sotto il tergicristallo. (che faccio? ci rigo la macchina? lo incenerisco col tostapane elettrico?)

09/05/09

e comunque!

scrivo i post intellettuali: non mi caga nessuno.
scrivo i post sulla carbonara o sulla ginecologia: tutti a commentare!
c'è del cyaltronismo in questo blog! :D

(buon week-end!)

08/05/09

Mannò maddai
Sottotitolo: nessuno tocchi la carbonara

Ci son delle robe che mi fan cadere le braccia. Tipo distruggere la mia pastasciutta favorita del mondo. Ora, non ti inalberare, non dico che sono il Carnacina però non sono neanche l’ultima paivella e soprattutto (over everything) ci ho la ammica romana de Roma e quindi tu, la carbonara, tu me la lasci stare va bene?

No! Tu! La carbonara! Tu me la lasci stare! Va bene?!?

E insomma ieri mi son comprata “Sale e Pepe. il meglio di” - “La pasta della tradizione” (che io mi fidavo di S&P, io ci avevo il rispetto) e la prima primissima era proprio la carbonara.

Allora, signora capa di S&P, tu non mi puoi fare un panegirico micidiale che la carbonara come la fa tua zia Silvia non la fa nessuno -tipo che ammazza il maiale apposta per pigliarti il guanciale- eppoi ci metti la panna ed il parmigiano(!!!).

(maddai!)

***

PS: siccome non si autoreferenzia lo referenzio io. che la sua ricetta è TUTTA sbagliata ma il post fa morire dal ridere! accattatevillo!

07/05/09

Quando nel mondo appare un vero genio, lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui
(Johnatan Swift)

Questa è la frase cardine del libro ("Una banda di idioti" di John Kennedy Toole) che è anche il lait-motiv della vita del protagonista Ignatius Reilly, un ciccione svogliato e pretenzioso, con problemi alla valvola pilorica che lo costringono a continui rutti e flautulenze, impegnato costantemente a mangiare, farsi il bagno, dedicarsi all’onanismo più selvaggio, a scrivere pagine e pagine di quello che sarà il capolavoro del secolo e, soprattutto, avverso al sistema americano dell’epoca per lui totalmente privo di “geometria e teologia”.
Avevo deciso di acquistarlo dopo aver letto una grandiosa recensione su Anobii scritta da Gesù. Ed in generale dopo aver scoperto che il libro, uscito postumo nel 80, ha ottenuto il Pulitzer nel 81. la pubblicazione del manoscritto si deve alla madre che con insistenza e pervicacia riuscì a farlo leggere a Walker Percy.
La cosa più interessante credo sia il parallelismo fra lo scrittore ed il protagonista e che Toole sia riuscito a creare questo mondo parallelo popolato da gente allucinante contro cui Ignatius combatte ogni giorno essendo fermamente convinto della sua genialità e dell’altrui dissolutezza.
Lo scrittore si suicidò trentaduenne nel 1969, dopo aver ricevuto il rifiuto alla pubblicazione di quello che riteneva un capolavoro.
Questo libro è completamente diverso da qualsiasi cosa io abbia mai letto prima. Ignatius è l’uomo più odioso e repellente dell’universo eppure, in questa lotta globale contro tutto e tutti non puoi fare a meno di affezionartici. E, soprattutto, alla fine ti domandi che ne sarà di lui e della sovversiva sessuale Myrna, della mamma in scarpe da bowling e di Santa Battaglia, dello sfigato Mancuso o del nuovo schiavo Jones, della rincoglionita Trixie o del pappagallo da spogliarello.
Personalmente mi mancheranno parecchio…

Spiegatemi perché

Quando voglio i capelli corti essi rimangono corti pochissimo. Quando voglio i capelli lunghi essi non crescono mai. (ma mai mai mai eh!).
Chiaramente questo discorso vale anche con alta/bassa, riccia/liscia, seconda/quarta ma nella fattispecie in questo momento mi interessa più il discorso lunghezza capelli...

06/05/09

Non so com’è sta cosa però è così.

Quando sono a cena con le mie amiche, sarà che parliam liberamente ma non credo, sarà che diciamo cose interessanti ma non penso, sarà che ridiamo parecchio però, voglio dire, non è mica una nostra esclusiva, sarà che siam tutte donne ma, insomma, facciamo parte tipo del 50% della popolazione mondiale. Ecco, io non so cosa sia però finisce sempre che i tavoli attorno devono per forza farsi gli affari nostri e noi finiamo col bisbigliare con il collo proteso l'una verso l'altra che, alla nostra età, non è uno sforzo indifferente.

05/05/09

Traumi giovanili

In questi giorni ricorre l’anniversario della mia prima visita ginecologica. Me lo ricordo perché per evitare che fosse un trauma (ahahaha! cogliona!) avevo scelto una donna, che mi vergogno a far la doccia in palestra figuriamoci all’idea di stare appollaiata su quel lettino. Giusto? Giusto!
Insomma arrivo lì e già mi sento male. La stanza è enorme. Da un lato la sua scrivania ed un piccolo spogliatoio. Dalla parte opposta, tipo una piazza d’armi, tipo cinque metri di distanza ma forse erano duecento, c’è il lettino.
La stronza (notate dell’acredine? No! Vi sbagliate!) cerca subito di mettermi a mio agio intimandomi di spogliarmi. Dalla vita in giù. Che una si sente taaaanto una strafiga colla camicia fru-fru, il maglioncino preferito e soprattutto col culo di fuori. Quando son in quelle condizioni pietose, che se mi consegnasse una pala io la userei volentieri, mi dice: si distenda sul lettino che arrivo.
Lei è ancora alla sua scrivania. Io sono senza mutande dietro il paravento. Il lettino è a cinque metri da me. Mai una tanica di benzina per darsi fuoco quando serve.
Riesco ancora a rivedermi mentre con classe e nonscialans, cammino a testa alta verso quello schifo di lettino. Con una elegante mano davanti ed una elegantissima didietro.

04/05/09

i misteri della chimica for dummies

A Roma di usa parecchio questa cosa di finire il pasto, in stagione, con fave e pecorino. Ora, a me le fave non piacciono perché sono amare ed il pecorino neanche perché è salato. Peeeerò, quando al mio banchetto di piazza della frutta, sabato, ho visto le fave, che da noi ci son pochissimo perché non vanno di moda come a Roma, io le ho comprate. Poi sono andata dal mio formaggiaio sotto il salone e gli ho detto che avevo comprato le fave e volevo il pecorino. Poi sono arrivata a casa ed ho assaggiato le fave e non mi piacevano proprio perché erano veramente amare. Poi ho tagliato un pezzo di pecorino ed in effetti, come sempre, era troppo salato.
Poi mi è venuta in mente un idea grandiosa ed ho preso una fava ed un pezzo di pecorino e li ho messi uno sopra l’altro e li ho masticati INSIEME e, devo dirvelo, INSIEME sono una roba da urlo!
Eccovi spiegati i misteri della chimica.

attenti a questi due

attenti a questi due. creano dipendenza.
poi non dite che non vi avevo avvisato.

01/05/09

I diari della lavanderia

Le mie lenzuola bianche sono inspiegabilmente gialle. Ma per spiegare questo evento inspiegabile devo fare un piccolo preambolo:
il mio ex (ex ex ex) fidanzato era alto 1.95. c’ho sempre avuto la passione degli uomini alti perché mio papà è più piccolo di mia mamma e per colpa sua siamo tutti e tre normali che se era per mia mamma eravamo dei modelli. Io dovevo comprare il letto ed il tizio unoenovantacinquato gli viene da dire mapperchè non lo facciam più lungo e più largo così non mi sbucano i piedi di fuori? Mi è sembrata una ovvia obbiezione e così il letto è venti centimetri più lungo e più largo (una stanza da letto buttata via così, per niente!). le lenzuola sono su misura e sono enormissime. Un lenzuolo una lavatrice. Ergo il sopra il sotto più le federe son tre lavatrici. Poi nello stendino non ci stanno e quindi stan sempre ripiegati su se stessi e questo ha fatto sì che con gli anni il loro bianco naturale è virato al giallo panna brutto. Beh! non era poi così inspiegabile…
Fine piccolo preambolo.

Ogni tanto mia mamma capita a casa mia e colta da pietà per la mia minuscola lavatrice il mio piccolerrimo stendino ed il mio enorme letto si porta via le mie lenzuola e me le lava lei. Poi me le riporta bianche splendenti infamandomi e dicendo cose cattive che hanno a che fare con la stirpe e lo scambio nelle culle in ospedale ed il fatto che a 40 anni quasi suonati non son ancora capace di lavare un lenzuolo. Quando questo succede, le lenzuola bianche splendenti non le infamità, io son felice perché mi sembra di entrare in un letto nuovo e poi profuma di fiori di campo che invece il mio tende sempre al cagnone e mi pare di dormire il sonno del giusto.

L’altro ieri allora ho messo le lenzuola tutte belle mammoprofumate ed ho scoperto che viravano in un fantastico azzurro da calzino blu di papà... che se a 40 anni non so fare una lavatrice da qualcuno avrò pur preso!!!