28/03/11

io, la prima volta che lo Zio Bonino mi ha parlato di "inchiostro digitale", ho pensato che mi prendesse per i fondelli

questo post ha una serie di preamboli. comincio:

il primo preambolo è che a me piace leggere. il secondo preambolo è che a me piace Paolo Nori. il terzo preambolo è che dato che io lo apprezzo, Paolo Nori, in modo semplice e normale, come potrei apprezzare uno scrittore qualsiasi. ecco siccome io lo apprezzo in quel modo lì, semplice e normale, io devo sfegatatamente avere tutto ciò che lui ha scritto e/o tradotto.il quarto preambolo è che a me piace molto anche Alessandro Bonino che è una di quelle persone che mi son care, mi è stato caro fin da subito, sapete quelle cose di pelle che ti piace tantissimo lui ma soprattutto la sua morosa? ecco. quelle cose lì.

ciòdetto (in francese: petit clou)

quando è venuto fuori che La matematica è scolpita nel granito i diari del settembre dei poeti di Seneghe usciva a Seneghe e in poche altre librerie, io, devo dire, ho sofferto molto.

poi, quando è venuto fuori che La matematica è scolpita nel granito i diari del settembre dei poeti di Seneghe usciva in ebook e che l'editore era il tizio che ha una morosa che ci sono affezionata io, un po' ero contenta che non mi toccava più andare fin a Seneghe a comprarlo, un po' mi sono spaventata perché:

1) e l'odore della carta? dove lo mettiamo l'odore della carta?
2) e il collezionismo? dove lo mettiamo il collezionismo?
3) e se non sono capace di scaricarlo?
4) e se non mi si apre?
5) e se poi mi esplode l'IPhone?
6) ma poi questo editore, questo Sugaman... da dove viene fuori questo editore sconosciuto eh?!?

devo dire che in virtù di questi sei punti sei io ho aspettato un bel po' a comprarlo. poi è successo che un paio di giorni dopo avevo un'ora libera e non sapevo cosa fare di me, avevo già raggiunto tutti i livelli in "tap zoo" non dovevo harvestare niente, ero in balia dei miei pensieri così l'ho scaricato.

oi! è stato più facile di installare la rete wireless a casa mia. cioè proprio due minuti e io avevo, nel mio iphone, in tutta la grandezza del cinemascope, io avevo La matematica è scolpita nel granito che giuro, pare scritto da Paolo Nori! uguale uguale ai libri di carta. sembra proprio lui. (è incredibile).

son rimasta abbastanza sconvolta devo dirlo perché io ero lì nel mio telefonetto che mi leggevo il mio beniamino edito dal mio beniamino e avevo il mio libro, non so come dire era un libro vero e io giravo le pagine, mettevo il segnalibro, poi, figata delle figate, evidenziavo le parti che volevo tenere a memoria, me le mettevo nel blocco note invece di scrivermi tutto sull'agenda insomma, proprio un libro vero e però più figo di un libro vero perché il copia/incolla è una cosa giusta come ce ne sono poche al mondo, secondo me.

della figheria assoluta di avere un libro nel cellulare me ne sono poi accorta ancora il weekend successivo che andavo a Parigi e non mi son portata via nulla. in aereo ho letto il mio libro. sul treno o in metro ho letto il mio libro. in albergo ho letto il mio libro. senza dovermi portare dietro il peso del libro. una figata. mi è venuto da pensare alla mia vacanza alle Hawaii dove al colmo della noia di ritrovarmi in spiaggia per 15 giorni di fila ho riletto tre volte le stesse cose ecco mi è venuto da pensare che se io avessi avuto l'inchiostro digitale altro che legger tre volte gli stessi libri, caro te! mi prendevo una laurea in quei quindici giorni altro che rileggere i libri.

poi, serve dirlo? La matematica è scolpita nel granito è un libro bellissimo. mi è piaciuto. tanto. c'è persino Learco Ferrari che io, per Learco Ferrari, devo dirlo, ho della simpatia. e poi vabbè... fa venire una voglia pazzesca di andarci davvero a Seneghe a sentirli dal vivo, questi poeti...

poi, ammetto, mi piace così tanto leggere sull'iphone che l'altro giorno ho preso il coraggio a due mani e ho scritto all'editore Sugaman... eh! sì, lo so. non sono cose che fanno tutti, ci vuole della faccia tosta ma per me è normale non ho paura di niente, così mi son sentita che potevo scrivere all'editore Sugaman. e gli ho scritto. due cose. la prima: quando esce il nuovo libro che ho voglia di leggere di nuovo un ibook e mi fido solo della Sugaman? (l'ho detto per lisciarlo. agli editori piace)  la seconda: salutami la morosa eh! 

10/03/11

Primavera, cioccolata e uccellini canterini

Centre Pompidou
Adoro il Centre Pompidou ma questa è la seconda volta che mi tirano una fregata e me ne esco con lo stomaco sottosopra bisognosa di primavera, uccellini canterini, amore cosmico e cioccolata.
La prima volta avevo 20 anni. all'ingresso della temporanea c'era scritto: Mostra per Over 18. Vuoi che non mi fiondo? Mi son fiondata. Non ne ho vista la metà.
Alla seconda parete di fotografie che riportavano, momento per momento, le fasi di una mutilazione, "simo pensato..." che io uscivo al volo.

Poi io da quella volta, le temporanee al Beaubourg mi son guardata bene di entrarci. le ho evitate come la peste ma si vede che si son fatti furbi perché adesso te le infilano a tradimento dentro la permanente e così te, zac!, inculato.

E insomma, m'ero appena riempita gli occhi del mio vero e unico amore Fernand Leger (ma dopo Simenon) e capito davanti al video di una tizia che sta scrivendo, con ago e filo, una parola (con ago e filo) nella sua pianta del piede (con ago e filo casso!!!). Sì! giuro. Lei infilava l'ago dentro la carne, lo ritirava fuori, si spostava più sotto, lo infilava, tirava fuori, si spostava di lato, lo infilava, tirava fuori e intanto il filo dietro.

Adoro il Centre Pompidou ma questa è la seconda volta che mi tirano una fregata e me ne esco con lo stomaco sottosopra bisognosa di primavera, uccellini canterini, amore cosmico e cioccolata. La devono piantare!

09/03/11

affinità elettive

Cour Khorsabad

A Parigi ho scoperto il Louvre. Ho scoperto cose talmente belle che adesso il Louvre, che io avevo sempre un po' snobbato, mi pare il museo più bello.

Con l'idea che avevo di far vedere a mia sorella tutto il possibile sapendo bene che nulla sarebbe stato approfondito e che lei, normalmente, dovrà tornare e ritornare ancora per gustare veramente, con calma e con il giusto spirito tutte le meraviglie della città, ecco, con questa idea io contavo di non spendere, al Louvre, più di un'ora. M'ero immaginata di entrare, dare uno sguardo ai "famosi e imperdibili" e via, di corsa, verso altre epoche e altri colori.

Questa idea di "corsa" si è trasformata invece in una passeggiata lenta e tranquilla dopo esserci prima perse e poi perdutamente innamorate. Nonostante io sia entrata in quel museo, con calma o di fretta, almeno una decina di volte posso dire che questa volta e solo questa sono riuscita a visitare padiglioni, corridoi, stanze che non avevo mai visto e che mi hanno incredibilmente affascinata. Non sono un appassionata di arte antica ma dovrei dire - non ero - perché dopo quella mattina, spesa tutta a farmi abbagliare dai bianchi dei marmi e dai colori dei fregi, l'unica cosa che vorrei, veramente, è avere ancora un po' più di tempo.

La nostra tabella di marcia era strettissima e noi abbiamo semplicemente deciso di ignorarla, camminando e camminando ancora per quelle stanze con la sensazione di poterci passare una vita intera, dentro, con gli occhi che brillavano di piacere e incredulità.

E mentre ero lì che godevo di tutto quel bello mi è capitato di ragionare, come spesso mi succede, su come il mio gusto e le cose che mi piacciono e danno piacere sono cambate in questi anni. Nel mio primo viaggio il D'Orsay mi aveva fatta innamorare, col tempo il mio museo è diventato il Picasso per poi essere soppiantato gioiosamente dal Centre Pompidou. Col Louvre avevo sempre intrattenuto rapporti tiepidi e distanti. Dopo questo viaggio mi accorgo che pur continuando a amare profondamente l'arte moderna che racconta molto il mio gusto e la mia personalità, forse oggi comincio a apprezzare il Louvre perché mi trasmette una bella idea di calma e pulizia, di eleganza e semplicità che mi piace pensare cominci a appartenermi. Soprattutto l'idea del reperto archeologico, ecco quella sento proprio che mi appartiene benissimo.

08/03/11

le parole che non mi hai detto

Sguardo sulla strada

A Parigi se gli parli nel tuo francese loro ti rispondono in inglese. Mi è successo così spesso che a un certo punto mia sorella m'ha domandato Perché ti rispondono in inglese se gli stai parlando in francese?
Mia sorella è una donna gentile. Un cuore semplice. La domanda è mal riposta.
Avrebbe dovuto chiedermi Perché insisti?