28/02/10

cinema

in questo periodo qui che non ho una casa ho anche piacere di starmene fuori dalle balle per  permettere a mia sorella di viversi un po' anche la sua indipendenza così colgo spesso l'occasione di scroccare cene in giro oppure, se non ho cene da scroccare, vado al cinema. ho praticamente visto tutti i film usciti da 20 giorni a questa parte. tutti. alcuni due volte. la maggior parte li ho visti con mia sorella. 

27/02/10

etno

la zona dove dormivamo lo scorso week-end, a Milano è quella di Porta Romana. noi non lo sapevamo ma quella zona lì, ce ne siamo accorte passeggiando, è piena di locali etnici. ci sono i messicani, i cinesi, gli spagnoli, i giapponesi e i koreani. eppoi, che è, diciamo, la cosa che a noi ci è piaciuta di più, ci sono quelli piacentini, romani, calabresi e siciliani.

tipo noi, a Milano, lo scorso week-end, abbiamo mangiato la Coda alla Vaccinara. son soddisfazioni.

26/02/10

ciattanuga ciuciu

l'altra sera stavamo rientrando da Milano, Elena e io e chiacchieravamo parecchio e ridevamo un po' insomma stavamo al solito pettinandoci i capelli che ci accorgiamo che siamo appena ripartite da una stazione ma non ci siamo accorte quale stazione che se è Verona abbiamo ancora mezz'ora se è Vicenza abbiamo dieci minuti così io fermo la prima persona che mi passa a fianco e gli chiedo: mi scusi, che stazione era quella che abbiamo appena passato? e quel gran tòcco di gnocco mi risponde: Verona. al chè io mi giro verso Elena e le dico: porca paletta ma hai visto che tòcco di gnocco? dopo Elena m'ha detto che il tòcco di gnocco m'aveva sentito e si era girato tutto sorridente a cercare di capire chi di noi due aveva parlato. e però io son di quella filosofia che le cose bisogna dirle. 

25/02/10

relatività

questo weekend ragionavo sui miei ultimi 15 mesi da single e con un po' di incredulità dicevo a Anna, vedi, io a vent'anni uscivo con i quarantenni e a trent'anni con i cinquantenni perché adesso che ho l'età giusta per frequentare quelli della mia età ecco perché mi ritrovo a avere a che fare con sta fauna? e lei mi ha risposto che i quarantenni che vorrei frequentare adesso sono i ventenni o i trentenni con cui mi rifiutavo di uscire allora. 

secondo me cià ragione. 

24/02/10

Gorano

qui dove vivo adesso ci sono due gatti: una è la Mila e uno è il Gorano. il Gorano è bellissimo ma non sta bene per niente secondo me. il Gorano essendo bellissimo è costantemente carezzato, coccolato, vezzeggiato, amato e ciò nonostante lui ne vorrebbe di più e ancora di più. la sua fame di attenzioni è tale che pur in braccio a mia sorella a prendersi le cocche non è in grado di resistere a una voce che lo chiama, la mia. in pratica è talmente famelico che preferisce la cocca potenziale alla cocca reale. e poi picchia sua sorella di nascosto se vede che qualcuno l'ha accarezzata. e poi gli puzza un po' il culo. però è bellissimo. il Gorano. 

23/02/10

perché tanto odio?!?

quando sono uscita con Claudio io un po' non me ne capacitavo che un tizio così fico mi chiedesse di uscire che lui era troppo fascinoso. troppo. fatto sta che siamo usciti e mi ha anche regalato dei fiori che è una cosa carina a un primo appuntamento portarmi dei fiori sono anni ormai che non me li regala più nessuno e dunque mi regala dei fiori e poi mi porta a mangiare in un ristorante costoso insomma dai, tutto il procedimento preciso per fare colpo e durante la serata abbiamo chiacchierato un sacco e abbiamo parlato un po' di tutto e ci siamo proprio divertiti, stavamo bene, lui che mi porgeva la sua forchetta... io che lo guardavo chiedendogli - Perché fai il piacione?- queste cose qui, normali, dei primi appuntamenti, quando a un certo punto, stava andando tutto benissimo ve lo giuro, avevamo appena ordinato il caffè e lui, così, a un certo punto, al ristorante, lui mi guarda e mi fa: mi fai vedere le tette? 

17/02/10

e meno male che l'inglese dovevo saperlo bene

un paio d'anni fa la mia migliore amica ed io abbiamo fatto un viaggio di un mese distribuito tra California e Hawaii. una mia conoscente americana che ci aveva ospitato a Los Angeles per qualche giorno ciaveva preavvertito: appena arrivate alle Hawaii armatevi di preservativi. dunque questa mia conoscente americana alta un metro e quaranta per almeno settanta chili (giuro) lei alle Hawaii ciulava come un riccio. 

ordunque la mia amica e io non eravamo in giro per fare incontri, certo è che, alla fine della vacanza, cià fatto un po' strano ragionare che di un mese passato insieme noi non solo non avevamo ciulato (e vabè) ma, di fatto, non avevamo neanche mai fatto una conversazione, con un uomo, più lunga di cinque minuti. 

e un po' francamente m'ero scocciata che il botolo cuccava come un riccio e due tizie sotto i cinquanta chili non avessero raccattato neanche un drink. 

ho appena scoperto che quando mi chiedevano (perché me lo chiedevano tutti) siete sorelle? io rispondevo: no siamo fidanzate. 

16/02/10

letteratura d'evasione

al seminario con Giorgio Vasta ci è stato proposto un esercizio di connessione e organizzazione del materiale. come esempio di lavoro abbiamo recuperato una serie di oggetti dai nostri zaini e Giorgio ci ha proposto di lavorare su una evasione (da un carcere) usandone almeno cinque. 

gli oggetti erano: un astuccio con penne e matite, un portatessere, un'agenda, un pacchetto di fazzoletti di carta, un biglietto dell'autobus, un profumo da borsetta, un thermos, un elastico per capelli, un blister di Zerinol, un guanto, un paio di occhiali da sole, alcune caramelle. 

il mio parto (ben 10 minuti di lavoro vi prego di tenerne conto) son stati questi tentativi. 

FUGA NR. 1:
col portatessere mi ferisco il viso, richiamo il secondino che vedendomi ferita apre la porta. lo colpisco col thermos e lo obbligo a bere una miscela di acqua e Zerinol per intontirlo. gli ficco i fazzoletti in bocca perché non possa chiamare aiuto. gli rubo i vestiti. mi infilo gli occhiali da sole ed esco. 

FUGA NR. 2:
con pazienza certosina riesco a infilare una tessera del portatessere tra la finestra blindata e il muro creando un punto di rottura. aggiungo una a una tutte le tessere fino a creare un respiro in cui posso infilare le penne fino a forzare la finestra. una volta creato un punto di apertura lo forzo col thermos. a questo punto devo solo calarmi. 
ciuccio le caramelle sciogliendole piano piano con la saliva senza ingurgitare il prodotto ma sputandolo nei fazzoletti di carta. con questo meccanismo creo un tessuto resistente al mio peso col quale mi calerò dalla finestra. 

brava eh?!? eh?!? eh?!? 

15/02/10

vago

sono rientrata dal corso con Giorgio Vasta (bravo!) che erano le sette. e siccome avevo la testa troppo piena e sapevo che non ce l'avrei fatta a stare a casa ho preso l'auto e sono andata al cinema. dopo sono uscita e non è che avessi la testa molto chiara ma a casa prima o poi ci dovevo tornare e così adesso son qui.

fare questi corsi torni a casa che sei pieno di stimoli e di idee di suggerimenti e di nuovi titoli e di nuovi autori da cui imparare. hai conosciuto anche della bella gente che speri di rivedere.

io però torno anche con un vago senso di indadeguatezza. 

neanche tanto, vago. 

14/02/10

se ve lo siete persi

ecco un vero gesto d'ammore amicale. una foto. questa.

13/02/10

rolex

il mio ex fidanzato, uno dei primi della serie, era molto bello e molto ricco. lui era ricco perché lavorava tanto e lavorava bene non perché i soldi gli erano arrivati gratis. vestiva sempre capi firmati e era elegantissimo nel suo 1.95 portato splendidamente, moro, occhi scuri penetranti. proprio bello. aveva il macchinone e una villa in campagna. e aveva un rolex al polso. un bellissimo rolex che non so quale sia il nome del modello quello col quadrante mezzo blu e mezzo rosso e il cinturino acciaio. i suoi abiti, la sua macchina e il suo rolex glielo invidiavano tutti, e lui, a tutti, continuava a dire che il rolex era falso e tutti non gli credevano. pensavano facesse il carino per schermirsi o per snobberia o per darsi arie qualsiasi cosa ma non che fosse falso. 

siccome nessuno ci stava dentro a questa cosa che il rolex era falso puntualmente nei viaggi o alle cene o alle riunioni (noi lavoravamo insieme) questa cosa veniva fuori e lui puntualmente ripeteva che il rolex era falso e tutti puntualmente lo mandavano a cacare nella loro testa apostrofandolo nella loro testa come un montatone che non voleva far sapere agli altri che lui si comprava il rolex vero (lo dico perché lo pensavo anche io).

poi dopo un po' di tempo che lavoravamo insieme io e quest'uomo ci siamo un po' presi in simpatia e dopo un po' che eravamo in simpatia siamo andati a vivere insieme e dopo un po' che vivevamo insieme sono venuti i ladri e ci hanno portato via tutto. 

svegliarsi la mattina (son entrati che noi ci dormivamo dentro) e trovare tutto sottosopra non è stato piacevole ancora me la ricordo come una cosa tremenda che io per un po' di giorni nella mia casa non ci ho dormito tanto bene e comunque noi eravamo svegli e giravamo per casa cercando di capire cosa avevano portato via e cosa no quando lui, nella disperazione del momento, vede il rolex sul mobile d'ingresso, lo prende in mano, me lo mette sotto il naso e mi dice: lo vedi che era falso? 

abbiamo riso. 

12/02/10

proprio un bravo ometto

questa mattina ho cambiato la gomma anteriore destra della mia autovettura. imbullonando la ruota di scorta mi sono accorta che la stessa era tutta piena di solchi, nel copertone, solchi che rappresentavano un disegno tipo freccia mentre la ruota bucata, quella appena sostituita essa di solchi non ne portava neanche uno. il disegno della ruota appena sostituita esso non era presente, non vi erano dislivelli di sorta, per cercare di descriverlo al meglio potrei dire: liscio come una palla da bowling. allora per curiosità sono andata a guardare anche la ruota anteriore sinistra e mi sono accorta che anche questa portava il disegno - liscio come una palla da bowling - mentre quelle posteriori esse un disegno tipo solchi tipo freccia ce l'avevano.

allora mi sono detta, petta che prima di cercare di frenare proprio davanti alla fermata di una scuola mentre stanno attraversando la strada: una scolaresca di seienni, due maestre, un vecchino col cane e un non-vedente, petta che passo dal gommista a sentire cosa mi dice.

il gommista mi ha fatto un po' il culo tipo che se era una forza dell'ordine mi aveva già arrestato per tentata strage, io gli ho risposto che essendo dotata di ghiandole mammarie io ritenevo che nel mio DNA e anche in quello dell'autovettura che mi pregio di rappresentare non potevano essere incluse ad alcun titolo le stragi e che si facesse un po' i cassi suoi.

poi, presa da tutto questo turbine di amore verso la mia autovettura Twingo color rosso-porchino ho preso appuntamento alla CarGlass per sostituire lo sbrego che ho sul vetro davanti da circa un mesetto (Splendido, dice il meccanico CarGlass che al 101% non può esplodermi il vetro mentre corro, cosa che tu, da settimane, continui a paventarmi per fare terrorismo psicologico. allora si sappia che non mi ami ma mi terrori psicologici).

poi, presa ancora da tutto questo turbine di amore anche verso l'umanità in completa antitesti con la teoria dello stragismo ho fissato l'appuntamento anche in Renault per il tagliando e per sistemare quelle due o tre robine tipo rumore di ferraglia che da un po' mi pareva di sentire. rientravo da una vacanza... doveva essere più o meno agosto quando han cominciato...sì.

poi, presa da tutto questo fare e fare e fare che non mi riconosco, sono arrivata a casa e ho preso l'aspirapolvere, stracci, antibatterico, acido muriatico, napalm e ho pulito per bene tutto l'interno. secondo me se provo a entrarci, stasera, si attiva l'auto-espulsione del pilota, spero di no. vi saprò dire.

ora che ho compiuto tutto quanto potevo compiere per il bene della mia Twingo, un po' non so cosa fare di me fino a domani, un po' mi sento proprio un bravo ometto. 

training

giovedì prossimo ho un colloquio con un amministratore delegato madrelingua. è da questa mercoledì che parlo da sola. in macchina. per strada. davanti allo specchio. per ore. in inglese. mi sento preparata. 

11/02/10

comunicazioni di servizio

# uno dei gatti di mia mamma (johnny johnny) russa. pesantemente russa. è un trombone.

# ora mi trovo a casa dei miei, sono partiti per la montagna e io sono venuta per abbeverare e ammangiare i gatti. che sono tipo otto mi pare: giacomo, loreste, gervasio, johnny johhny, pixie, dharma, mima e griso. si, sono otto. mia mamma mi ha chiesto Puoi venire tu? io le ho risposto Vivo sotto i ponti da due mesi vengo di corsa che almeno posso farmi una doccia calda. si, non faccio una doccia calda da 2 mesi. conoscete qualcuno a cui piaccia fare docce fredde? ecco. a me non mi piacciono io non le faccio. (dai su si fa per scherzare) 

# stavo scrivendo sul tavolo della cucina e avevo johnny johnny che mi russava davanti poi avevo la dharma e giacomo sul divano e poi c'era il gervasio sulla sedia. mi è squillato di brutto il cellulare hanno alzato tutti la testa verso di me contemporaneamente, ho preso paura. 

# dice l'architetto che con la settimana prossima loro hanno finito i lavori. se quello che dice il mio architetto corrisponde a verità io dal lunedì successivo ho tipo una casa.

# ah! ho corretto il colore della cucina. quello nuovo l'ho fatto su suggerimento della Mara e l'ho scelto con la Syla. è beissimo. se vi fa schifo è colpa loro. se vi piace è merito mio. si sappia.

# sabato e domenica io vedo quel gran gnocco di Giorgio Vasta. chi non c'è cassi suoi. chi c'è veda di fare poco la smorfiosa che l'ho visto prima io. lo dico anche ai maschi. 

# (oh ciao Giorgio!) 

10/02/10

core de mamma

avevo bisogno di un tailleur oggi e tutti i miei vestiti sono rinchiusi dentro delle scatole divertentissime dentro un magazzino divertentissimo a casa di un estraneo divertentissimo ma io oggi avevo bisogno di un tailleur. e di un paio di scarpe. è divertentissimo tutto questo.

così mi sono fiondata da mia mamma, questa mattina, e le ho rabaltato l'armadio alla ricerca di qualcosa che potessi indossare anch'io senza sembrare troppo agé ma volendo mantenere il mio appeal di veri profescional uoman.

per tutto il tempo mia mamma non ha fatto altro che seguirmi come un cagnolino tediandomi con una nenia dal sapore lievemente offensivo. la nenia, adesso non la ricordo benissimo, ma faceva più o meno così: Noo! dai questo non lo mettere, dai per favore,  me lo sformi. poi rideva. divertentissima mia mamma. 

09/02/10

come la mia cucina

un altro passo è stato compiuto verso la blogstarritudine. ho un aifono. il colore come da titolo.

08/02/10

l'altro giorno

l'altro giorno ero in Feltrinelli che mi dovevo incontrare con Elena e ero un po' in anticipo e giravo per le stanze e trovavo un sacco di libri che io da Mel avevo dovuto ordinarli tipo Mosca-Petuski pure quello c'era che voglio dire quella è una rarità e c'era, son rimasta di sale. dunque ero lì e giravo per le stanze e becco una commessa, una signora, avrà avuto una sessantina d'anni forse qualcuno di meno, che sta mettendo un bel blocco di Non avevo capito niente al loro posto, ne aveva tanti in mano tipo una decina e stiam parlando di un libro di due anni fa, una decina di copie ancora non in economica vuol dire che, come ho sempre sostenuto, quel libro è beissimo. lei li stava mettendo al loro posto sugli scaffali e io non ho potuto fare a meno di dirle -oh! quello è un libro bellissimo. lo consigli ai suoi clienti, è veramente bellissimo-.
...
m'ha guardato come per dirmi -chi casso sei-.

07/02/10

non in quanto figa ma in quanto detentrice dell'armamentario

non è mica la prima volta che mi capita di beccare l'imbecille dell'autostrada che mi segue in autostrada (appunto) ma quello di oggi missà che li supera tutti.

ci tengo a non passare da figa che gli imbecilli dell'autostrada è una roba che non ce la fanno mica a capire se chi guida è una figa o no nell'arco di quei pochi secondi che ti superano. gli imbecilli dell'autostrada non ti puntano in quanto figa, ti puntano in quanto detentrice dell'armamentario. tutto qui. 

io, per esempio, oggi ciavevo uno sfogo sul lato della bocca, lato destro per l'esattezza, che neanche in pubertà. dico sfogo per non dire brufolo che brufolo mi fa schifo. brufolo è una roba di quelle che viene nel sedere, nella bocca gli sfoghi. 

parlo per sentito dire che io solo sfoghi nella mia vita, brufoli, ci tengo, mai successo. non che voglio passar per figa però anche qui ciò una mia immagine da mantenere. povera ma semplice. semplice ma corretta. corretta ma integra da brufoli. ci tengo.

comunque per tornar agli imbecilli dell'autostrada oggi missà che ho incontrato il gran visir di tutti gli imbecilli dell'autostrada perché lui, l'imbecille dell'autostrada, non è neanche lì che finisce di superarmi che già fa ciao con la manina.

in questi casi è bene mettere la faccia a "vaffanculo" perché se solo fai il gesto di -mavà a quel paese- il movimento viene interpretato come -te la do subito-. se solo ti viene un ghigno da -và che mona- il ghigno viene interpretato come un -ocio che sto per dartela. tò-.

così l'imbecille dell'autostrada finisce di superarmi e mi si piazza davanti, se vado a 100 va ai 100, se rallento a 60 rallenta ai 60. e intanto continua a fare ciao ciao con la manina. poco dopo inizia il sempre classico mi faccio superare che ti sfanalo e poi ti supero che ti ciao ciao e poi mi faccio superare che ti sfanalo e poi ti supero che ti ciao ciao. 

delle tre l'una: o sei mio fratello e non ti ho riconosciuto o non hai visto bene lo sfogo o sei un imbecille dell'autostrada 

per tagliare corto entro all'ultimo momento in un autogrill, lui tra un po' si ammazza per fare altrettanto. entro a bere il caffè e mi segue. mi fermo a fare benzina e si mette di lato a aspettarmi. riparto e lui dietro. a sfanalare. poi sorpassa e fa ciao ciao. poi dietro e sfanala. 

dopo ricomincia a superarmi ma intanto io, furba come una faina, ho visto un camion un po' più avanti e così accellero per mettermi a culo e impedirgli di rientrare. 

lui mi rimane a fianco per un po' (facendo ciao ciao con la manina) e io intanto accellero per avvicinarmi al camion.

lui mette la freccia a destra per rientrare. io accellero per impedirgli di rientrare. 
lui tiene la freccia a destra per rientrare. io accellero per impedirgli di rientrare. 
lui continua con la freccia a destra per rientrare. io accellero per impedirgli di rientrare. 
lui tenta il rientro per rientrare. io accellero per impedirgli di rientrare. 
lui tenta di nuovo il rientro per rientrare. io accellero per impedirgli di rientrare. 

lui rientra
(tst d czz brtt cgln)

si butta a destra quando ormai sono praticamente al suo fianco. io che me lo sentivo che quello era veramente un pirla, freno e mi infilo nella prima piazzola di soccorso che incontro e mi metto a scrivere qui. 

05/02/10

dar dei nomi

mi son ricordata che mia mamma quando eravamo piccoli ci chiamava con dei nomi che non erano i nostri nomi, mia mamma quando eravamo piccoli ci chiamava Putassulin, Paciocche e Pacute. io ero la prima che ho detto. non so, son cose che non mi capacito.