30/04/10

donna bionica

la settimana scorsa avevo scritto un post che doveva essere pubblicato domani mattina (tutti i miei post sono scritti in anticipo e programmati, sapevatelo) per spiegare quanto ero contro-coglionata (lavorativamente parlando perché personalmente parlando e intendo sentimentalmente parlando penso che il post di ieri dello Splendido si riferisse a me e allora allo Splendido vorrei dire: dici un monte di cazzate. Sgrunt). comunque l'avevo scritto e doveva essere pubblicato domani, poi stasera, adesso, che è giovedì 29 e sono le 20.47 io son venuta qui e l'ho cancellato perché non è vero che sono contro-coglionata che io questa settimana ciò avuto un brutto crollo e martedì sera mi son anche fatta un bel pianto dal nervoso che la congiunzione astrale tra tensione lavorativa e dolori emotivi è stata troppo per me.

così martedì sera quando son arrivata a casa mi son messa sul divano, ho pianto e sono andata a dormire. poi mercoledì stavo proprio male che pensavo che la mia contro-coglionaggine lavorativa chissà dov'era andata a finire e poi fortunatamente ho parlato con una persona che mi è importante che mi ha aiutato a rimettere le cose nella giusta dimensione quindi mercoledì pomeriggio io lavortivamente parlando stavo un po' meglio e anche adesso sto meglio ma contro-coglionata è evidente che non ce lo sono quindi il post rimane cancellato.

sentimentalmente parlando invece penso che i piccoli dolori rafforzino il carattere (una rondine non fa primavera, non esistono più le mezze stagioni, a caval donato non si guarda in bocca, si stava meglio quando di stava peggio, è tutto un magna magna) conto quindi, da qui a un paio d'anni, di trasformarmi nella donna bionica.

29/04/10

uer is de chet? de chet is on de teibol!

Uno dei colleghi non ha aspettato che lavorassi lì da tre giorni per chiedermi di fargli un corso d'inglese. Io che mi sentivo ancora molto precaria in azienda e in effetti lo sono visto che ho sei mesi di prova (mica cotica) son rimasta un po' sul basito anche perché, secondo me, dopo tre giorni, in inglese m'aveva sentito parlare solo al gabinetto (che uno dei miei capi è inglese e con lui si parla solo in inglese e quindi io mi preparo le cose che gli devo dire in gabinetto) (vabbè... ognuno è psicotico a modo suo, voi fatevi un esame di coscienza e poi vi permettete di commentare le mie malattie mentali per favore).

comunque lui mi chiede questa cosa e me la chiede davanti a altri colleghi e io ero un po' imbarazzata e nell'imbarazzo io l'unica cosa che son stata capace di dirgli è stata Ma sei scemo o cosa? poi mi sono resa conto che non è che ciavevo tutta quella confidenza col manzo e mi sono schermita spiegandogli che non sono una insegnante e io l'inglese l'ho imparato facendo molto sesso con un madrelingua. (punto a capo per dare enfasi alle parole "con un madrelingua").

dopo lui mi ha detto Quanti soldi volevo, dopo io ho detto Soldi dai colleghi io non ne prendo e poi gli ho detto Non posso insegnare visto che non so neanche le regole base della grammatica che io sono una autodidatta, figa oltremodo intendiamoci ma pur sempre autodidatta. dopo lui mi ha spiegato che non gli interessa la grammatica che quella già la conosce, solo la pronuncia, le conversazioni. allora quello ho detto che lo sapevo fare. allora lui mi ha ridetto Dimmi quanti soldi vuoi e allora io gli ho ridetto Io soldi dai colleghi non ne prendo, allora la situazione era un po' bloccata e per farla semplice io ho detto Mi offrirai delle birre e lui mi ha detto Son cintura nera di Karate ti offro delle lezioni gratis, allora io ho detto Fiiiico!*

così adesso faccio anche le lezioni di inglese. dopo l'orario d'ufficio in azienda. ma per avere il permesso di usare l'ufficio il collega l'ha chiesto a uno dei capi e quel capo l'ha detto agli altri che poi l'han detto a tutti e così tutti, uno dopo l'altro, son venuti a fare un giretto in ufficio da me a percularmi che faccio le lezioni di inglese. ma era un perculo di invidia verso quello che me l'ha chiesto per primo, secondo me.

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*Poi volevo dirvi che dopo che ho detto Fiiiico ho preteso di tastargli il bicipite e in effetti che ve lo dico a fare? mi venivan le lacrime agli occhi per la commozione, tutto quel bendiddio nascosto dentro una camicia. poi dopo volevo chiedergli anche se era singolo ma per la fase "rivolto come un pedalino" aspetto di finire i sei mesi di prova. 

28/04/10

che chiulo!!!

del mio nuovo lavoro posso dire cose  anche positive. la gente è molto giovane e carina. di tre settimane che sto lì ci son stati tre compleanni perciò tre torte. sono già stata invitata a due aperitivi del venerdì sera segno che la popolazione maschile mi considera già una di loro (ma io non ci sono andata che il venerdì sera è lo splendid-day si fottano i colleghi maschi!). dopo sono stata invitata a casa di una collega simpatica segno che anche la popolazione femminile non ha preconcetti (ma io ci vado solo se non è il venerdì sera che è lo splendid-day altrimenti si fottano anche le colleghe femmine). (giusto?!? giusto!)

con uno dei direttori ci sono uscita la settimana scorsa che siamo stati a sentire Arcureo che suonava. che siccome lui (il direttore) è trapiantato da Milano che l'han portato via a un'altra azienda lui dice che i padovani è gente chiusa che non si fa amicizia che lui sta a Padova da tre anni ormai e continua a tornare a Milano nei weekend che non ce n'è. Così io per dimostrargli che si sbagliava l'ho invitato a uscire che gli presentavo delle persone carine.

ma prima siamo andati in una pizzeria e neanche tre secondi dopo che c'eravamo seduti i tizi del tavolo a fianco cominciano a chiaccherare con noi a dirci cose tipo cosa fanno stasera che facciamo noi stasera queste cose qui che a Padova non succedono mai mai mai mai ma lui (il collega) mica lo può sapere, lui solo ha visto che a venire a cena con me dopo tre nano-secondi la gente è lì che ti ama moltissimo e che ti saluta e che si scambia le opinioni sulla fotografia o su Padova o sulle mostre di Padova, insomma la gente è amichevole e figa esattamente come dicevo io.

aaaaaaah!!!!! ( che culo) 

27/04/10

leggete quel post

venerdì sera nella splendid-house ci è sovvenuto che il 25 aprile si festeggiava il nostro anniversario. che sarebbe quando gli splendidi e io ci si è conosciuti carnalmente. nel senso proprio che ci si è visti e anche un po' palpeggiati ma era la prima volta. 

poi dovevamo vederci per festeggiare domenica sera ma io avevo la testa che preferivo sbatterla al muro, loro invece ciavevano un tour-de-force alle spalle e così siam rimasti che ci si vede venerdì sera come al solito. e però poi io di sta cosa del 25 aprile me n'ero dimenticata invece la Chiara lei no, lei se l'è ricordata e infatti ha scritto un post bellissimo, questo post qui,  che se non lo leggete siete dei Gini Di Pongo. 

26/04/10

avevo un blog ?!?

rispondevo oggi a un bellissimo messaggio su Anobii che mi faceva i complimenti anche del blog, rispondevo a quell'uomo fantastico e sensibile che ha saputo riconoscere nel mio Anobii, nel mio Flickr e nel mio Blog la genialità che mi contraddistingue, rispondevo a lui che questo posto qui mi manca tantissimo. e che è solo perché non ce la faccio fisicamente a scriverci che non ci sto scrivendo ma non scriverci mi fa stare male perché a me, di ridere delle cose che mi succedono, è una cosa di primaria importanza. 

che se non mi auto-piglio-pecculo succede che le tragedie rimangono tragedie e questo è, savasandir, una tragedia. così adesso ragiono sulle tragedie che mi sono capitate nelle ultime tre settimane e se riesco a ricordarmele e a farmi venire da pigliarmi pecculo, mi piglio e vi ammorbo. 

13/04/10

avere un blog/2

quanto l'altra sera la Mara ricordava e raccontava le avventure del Gorano e rideva e io ridevo e mia sorella oltraggiata si oltraggiava che io raccontavo tutto, lei cercava, mia sorella intendo, non la Mara, di riportare la visione della Mara sul Gorano a un livello di affettuosa simpatia verso il Gorano medesimo dato che le fantastiche avventure del Gorano lo vedono protagonista di grandi cattiverie nei confronti di sua sorella Mila che le busca, dal Gorano mica da mia sorella, ogni volta che qualcuno la accarezza, la Mila non mia sorella. 

(siete riusciti a seguirmi?) 

comunque, mia sorella era lì che lo difendeva che il Gorano non era come diceva la Mara e che la Mila non le buscava (come un ciuco) come dicevo io e  un certo punto oltraggiata nell'oltraggio mia sorella ha detto: Ma te esageri!!!

io ho un blog cara lei!!!

12/04/10

avere un blog

l'altra sera son andata a sentire l'Arcureo suonare assieme a Syla e Mara, l'Arcureo suonava e io Syla e Mara ascoltavamo, non è che la Syla e la Mara suonavano anche loro che capisco possa sembrare dato che non metto mai le virgole. in ogni caso, a un certo punto della serata ci ha raggiunto mia sorella. poi ci siamo messe a parlare e il discorso è caduto casualmente sui gatti. quelli di mia sorella. poi la Mara ha cominciato a ricordare e raccontare alcuni specifici episodi della mia vita col Gorano, il gatto di mia sorella. episodi nei quali, per la verità cronachistica che caratterizza questo blog, il Gorano ne usciva per il gatto che era. e mentre Mara ricordava e raccontava e rideva e anche io ridevo. mentre tutto questo succedeva mia sorella oltraggiata mi guardava sconvolta e incazzosa dicendo: Ma tu racconti tutto!!!

io ho un blog cara lei!

11/04/10

quesiti esistenziali

ma perché se a dirgli GIU' è l'Arcureo o lo Splendido loro subito ascoltano mentre se lo dico io è come dar aria alle corde vocali? 

10/04/10

comunque
nuovo lavoro/2

comunque gentili son stati gentili. caffè me ne hanno offerti a buttare via. l'azienda è bellissima e piena di gente giovane. sono una cinquantina e sembrano tutti molto motivati. chiaro che sono appena arrivata e son gentili  per forza, non mi conoscono. io, tra l'altro, ho cominciato già a rompere i coglioni. pare che gradiscano. 

in ogni caso martedì son state undici ore filate e mercoledì son state dodici e giovedì di nuovo undici (sono una lassista) senza una pausa. senza un momento neanche per andare in gabinetto. se non mi portavano il caffè i capi per venire a controllare come andavo neanche ingerivo liquidi. i capi son cinque. cinque caffè al mattino, cinque al pomeriggio. sto messa bene. infatti, da qualche giorno, le mie secrezioni urinarie, che mi pregio di espletare solamente una volta arrivata a casa, sono di un fantastico colore testa di moro che appena becco il pantone vi dico. 

la mole di lavoro è inimmaginabile. io non me l'aspettavo. e ho scoperto che c'è un odio pazzesco verso quell'ufficio al quale viene domandato anche se è possibile respirare. cinquanta persone che ti domandano se possono respirare è una cosa che non gliela auguro neanche a un cane. siccome ogni tanto ci si dimentica di dire -adesso puoi respirare- la gente è rabbiosa e odia quell'ufficio. confidano in me per riportare le cose all'armonia e alla pace. AHAHAHAHHAHAHA.

detto questo, i capi continuano a domandarmi come sto e se ho paura. e io continuo a rispondere che sarò una pazza ma a me non mi fa paura nulla. però sono il terzo dirigente che cambiano in dodici mesi, mi pare che in realtà son loro a cagarsi sotto. 

per il resto... hanno traslocato l'ufficio acquisti da dove è stato per dieci anni a dove si trova adesso. il trasloco è stato fatto venerdì scorso, prima del mio arrivo. appositamente per me. mi hanno dato un ufficio grande con le finestre. che non si dica che non sanno come posizionare delicatamente il loro personale nella posizione che gli spetta (vedi post di ieri).

anfatti.

(adesso che leggete io sono in ufficio. come domani e come il prossimo weekend) 

09/04/10

la solita malalingua
nuovo lavoro/1

 quando ho fatto l'ultimo colloquio per il nuovo lavoro (il quinto se non erro) e ho scoperto che il mio stipendio sarebbe stato più alto di quello inizialmente pattuito un po' strano m'è parso perché io gente generosa a prescindere ne ho conosciuta gran poca in vita mia. dopo ho pensato che ero la solita malalingua.

poi ho pensato che ventun'anni di lavoro mi insegnano che nessuno fa niente per niente. dopo ho pensato che ero la solita malalingua. poi ho pensato che pagherò quell'aumento col sudore della fronte. dopo ho pensato che ero la solita malalingua.

poi ho pensato che il sudore non gli basterà e che gli sarà più congeniale una bella posizione a novanta gradi. dopo ho pensato che ero la solita malalingua. poi ho pensato che quell'azienda lì era un'azienda di gente controcoglionata che capiva il valore vero delle donne fighe come me, dopo ho pensato che a ragionar così mi mettevevano a novanta gradi facile.

anfatti. 

08/04/10

La lettera, di Elena G.

La consegna era a Peabody Terrace, 194.
Il marciapiede era un acciottolato ripido. Si respirava odore di salsedine.
Tod si schermò gli occhi rivolto al mare. Da lontano, bagliori bianchi si staccavano dalla superficie dell’acqua. Più in qua, lungo il marciapiede, si stagliava una villa bassa, senza recinzione, sul davanti una piscina che ne occupava quasi per intero il giardino. Una donna in bikini era stesa al sole sulla breve pavimentazione in pietra.
Passò oltre. Sopra un cancello alto di metallo compatto, accanto a un altro, uguale, lesse 194.
Erano i cancelli di due ville, identiche e speculari.
Decise di suonare al primo.
Il campanello vibrò sotto al suo dito. Una, due, tre volte. Ricordò della donna al sole. Dovrei forse chiamarla dalla strada, pensò.
Sentì un ciabattare pigro sulla pietra.
“Chi è?” una voce di donna arrivò da dietro al cancello.
“TNT Spedizioni. Raccomandata” Si accorse di aver parlato atono e in fretta. Gli piaceva quando gli riusciva di sembrare professionale.
La voce dietro al cancello taceva. Aspettò qualche istante.
“C’è qualcuno?” chiese poi.
Silenzio.
“Ho una raccomandata da consegnare”
Sentì un tonfo, come di un corpo che cade. Poi un pianto a dirotto. Guardò istintivamente la base del cancello.
“Signora?”
Il pianto era ininterrotto.
“Se vuole torno dopo”
“No” disse la voce impastata.
“Devo consegnare una raccomandata”
Sentì tirare su con il naso.
“Facciamo nel pomeriggio?” chiese.
“No, no. La lettera…”
“Allora, se apre..”
Silenzio.
“Me la legga lei” chiese debole la voce.
“Ha detto, scusi?”
“La legga lei. Io non posso, non ce la faccio”
“Cosa? Ma no…”
Pianto.
“Non posso”
Ancora pianto.
“Se gliela leggesse, che ne so, sua sorella?”
“Quale sorella? Io vivo sola”
“Ma non sono mica autorizzato, io!”
Il pianto a dirotto riprese.
“Non posso mica, sa”
Singhiozzi.
Tod sospirò.
“La prego, l’autorizzo, apra e legga” disse in fretta la voce.
Si chinò verso il cancello. Sospirò forte.
“Ma poi se la prende”
“Certo, certo” disse la voce.
Tolse il sigillo TNT e con un dito aprì la busta che si stracciò sui bordi.
“E’ lunga?” chiese piano la voce.
“Lunga? Oddio, beh, no” rispose Tod buttando gli occhi sulle uniche tre righe. “E’ pronta?”
La voce fece alto un lamento.
Ma perché gliel’ ho chiesto, pensò Tod sbuffando.
“Quando vuole, io attacco”
“Sì” ripose docile la voce. “Legga” e fece un sospiro.
“Scusa il silenzio…”
“Bastardo” la voce era tagliente.
Come fanno le donne a cambiare umore così, pensò Tod. “Continuo?” chiese.
“E certo. Che vuole fare, fermarsi all’inizio?” la voce suonava aspra.
Si schiarì la gola. “Scusa il silenzio, ma davvero non ho altro da dire di diverso da quanto ti ho già detto…” Fece una pausa, ascoltò, prese fiato. “Non possiamo essere una coppia felice, ormai lo sai anche tu. Non dimentico, però, il bimbo che porti in grembo. Farò il mio dovere, se me lo permetterai. Abbi cura di te”.
Restò in silenzio, dietro al cancello anche la voce taceva.
La serratura scattò. Tod si mise in piedi. Davanti a lui, una donna in bikini con gli occhi gonfi lo guardava incredula.
“Quale bimbo?” chiese secca.
In quell’istante il cancello gemello scattò. Uscì una ragazza bruna.
“Salve” salutò in un sorriso. Aveva l’addome gonfio e alto, un nastro allacciava la base del seno, e scivolava su un lato.
“Salve” farfugliò la donna.
La figura si allontanò come fluttuando sul marciapiedi. Camminava svelta nel suo vestito ampio.
Tod si voltò verso la donna al cancello. Lo guardava fisso, stralunata. Poi le spalle le si alzarono in un respiro profondo, e un raggiante sorriso le illuminò il viso arrossato. Sparì di fretta dietro al cancello. Si sentì uno strillo allegro, il suono elastico di un trampolino, un tuffo.
Si incamminò lento, davanti a lui la donna bruna era già lontana.

03/04/10

Padova-Bologna 10 ore

l'altro giorno sono stata a Bologna. mi pare che ormai la frequento più di Padova e comincio a capire le strade del centro e come muovermi, in auto, per arrivarci. a Bologna volevo vedere un negozio di mobili e così son partita da Padova alle dieci del mattino perché questo negozio di mobili me lo volevo vedere con calma che devo arredare una casa ciavevo bisogno di tutto il tempo possibile. e così alle dieci del mattino io ero davanti a casa di mia sorella che dovevamo fare colazione al Calandrino che a noi non ci interessa poi più di tanto fare colazione al Calandrino, lo facciamo solo per infastidire lo Splendido. anche il Pedrocchi è per dare fastidio allo Splendido. appena scopro un altro posto che serve per dare fastidio allo Splendido ve lo dico e ci vado. 

comunque noi siamo partite alle dieci e abbiamo fatto colazione al Calandrino (fastidio; Splendido) e poi eravamo quasi in autostrada e son dovuta tornare indietro per andare in comune, nel mio nuovo comune, che dovevo fare delle carte e così erano le undici quando siam partite veramente e avevamo molta fame e eravamo molto assetate e così ci è toccato fermarci a bere uno spritz a Ferrara proprio in centro davanti al castello che c'è un localino che sembra un bistrot francese e a me piace andare lì, poi io sono una noiosa vado sempre negli stessi posti, tipo Parigi l'ho vista trenta volte e a Londra non ci sono stata mai (femmine: gatti - Parigi; maschi: cani - Londra).

comunque poi una volta che abbiamo calmato la sete dovevamo calmare la fame e così siamo andate al Savonarola a mangiare il culatello e poi i ravioli di zucca col ragù e poi i formaggi che quello che ha preso l'ordine ha tentato in tutti i modi di non farceli ordinare che si vedeva che noi non avevamo bisogno di calcio ma noi li abbiamo ordinati lo stesso e infatti poi abbiamo lasciato metà roba lì che eravamo pienissime e poi abbiamo preso il lambrusco (la coca-cola degli dei) e metà l'abbiamo rovesciato sul tavolo, metà sul pavimento e l'altra metà ce lo siamo bevuto noi (il lambrusco è una bevanda che ci sono tre mezzi) e alla fine le cameriere erano lì che ci dicevano Ma guarda che paciugo (che paciugo a Ferrara è lo sporco, il casino, mentre a Padova il paciugo è una cosa di paciugarsi).

poi avevamo le gambe abbastanza molli e io avevo il nero del mascara che mi era colato sulle guance a forza di ridere che poi a un certo punto c'era il locale che ci guardava che ridevamo forte e più mia sorella mi diceva Te ti succedono sempre queste cose qui! più mi colava il mascara. poi avevamo le gambe molli (l'avevo già detto?) e così ogni due metri ci fermavamo a prendere un caffè che il pranzo ci è costato più di caffè che di ravioli di zucca al ragù. poi finalmente ci siamo ricordate dove avevamo lasciato l'auto e ho acceso l'autoradio e c'era la versione italiana di Ruby Thursday dove la strofa che dice Ruby Ruby Thursday è stata sostituita da - ruba ruba cuori rubi veramente - che è una cosa che, veramente, non si può sentire. (cercatela in rete ascoltatela così capirete anche voi che non si può sentire).

poi siamo partite finalmente per Bologna e però abbiamo deciso di fare la statale invece che l'autostrada e poi arrivate a Bologna nonostante ormai conosco la città come le mie tasche, nonostante questo ci siamo perse e poi quando abbiamo visto che stavamo arrivando verso il centro mia sorella ha detto Se è in centro il negozio sarà piccolo. Allora io ho detto: Se è piccolo gli diamo fuoco per protesta. Allora lei ha detto: In questo momento mi vien più facile di vomitargli sulla porta. poi abbiamo parcheggiato e avevamo sempre Ruba ruba cuori nelle orecchie e ha chiamato lo Splendido e io cantavo e lui ha detto, neanche ciao ha detto, ha detto: Son sei punti della patente, vedi un po' te.

poi siamo passate alla libreria Coop che a me che esistono le librerie della Coop mi piace moltissimo e poi ogni due metri ci fermavamo a bere che avevamo una sete che ci portava via e non capivamo se era stato il lambrusco o il culatello o i ravioli di zucca o il ragù o i formaggi, qualcosa doveva essere ma noi non capivamo, poi siamo arrivate davanti al negozio di mobili che erano le sette e chiudeva dopo mezz'ora.

ogni viaggio è il più bel viaggio del mondo.

Non fanno il viaggio né la lunghezza né la durata, né le cose dette meraviglie, i capolavori che ci può accadere di vedere. Il viaggio è fatto in primo luogo di se stesso. E' uno spazio longilineo, dentro il quale, come in una fessura del pianeta, cadono immagini, profili, parole, suoni, monumenti e fili d'erba. Si possono fare diecimilamiglia senza per questo aver viaggiato; si può fare una passeggiata, e la passeggiata può diventare quella fessura, essere viaggio. Non viaggiavano gli emigranti ottocenteschi, che pure mutavan di cielo, né viaggiano i turisti in gregge, che una guida incattivita riempie di capolavori. Viaggiare è operazione o solitaria o di sparuta e congeniale compagnia; ed è lasciarsi cadere nel fondo di quella magica fessura che ci porta da un luogo all'altro. 

Giorgio Manganelli - La favola pitagorica
Piccola Biblioteca Adelphi - p 11

02/04/10

primi premi

di nuovo, ieri sera, con la faccia a macchia di leopardo che ho vinto il primo premio pulizia del viso per la migliore faccia a macchia di leopardo, di nuovo ieri sera sono andata al cinema che tanto, dove vado io al cinema, non c'è nessuno che mi conosce anche perché è risaputo che quelli che mi conoscono, mi conoscono a Milano che Padova mi è limitativa. comunque di nuovo, ieri sera, con la faccia a macchia di leopardo che ho vinto il primo premio, di nuovo il vegliardo vincitore del primo premio di vecchiaia mi ha ammollato un'occhiata da -come ti paciugherei-

io non so. se devo avere paura che i vegliardi mi zompano addosso tutte le volte che vado al cinema con la faccia a macchia di leopardo... lasciatemi stare. lasciatemi sola nella mia maculatezza per favore. non cercate di paciugarmi. siete i vegliardi vincitori del primo premio di vecchiaia e ciò la faccia a macchia di leopardo perdio!