oggi, mentre scrivevo
la pagina di diario immaginario immaginando, appunto, come la mia amica americana Barbara avrebbe potuto parlare di Venezia, m'è venuto in mente quanto in quella vacanza io non avessi fatto altro che sperare, per tutto il tempo, che lei se ne andasse. Tanto io l'avevo adorata nei miei soggiorni americani tanto m'aveva profondamente annoiata ed infastidita durante il suo viaggio in Italia. Tant'è che mi ci sono voluti 8 anni per aver voglia di rivederla di nuovo e in realtà l'ho vista solo perché ho fatto una tappa, l'anno scorso a Los Angeles sennò, per me, poteva sparire per sempre dalla mia vita 9 anni fa. Il giorno della sua partenza.
quello che avevo mal sopportato, in lei, era il suo pressocchè totale disinteresse a guardarsi attorno. ho sempre trovato la pigrizia il peggior compagno dell'ignoranza e lei li possedeva gloriosamente entrambi e trovarsi in Italia ed avere come unico desiderio quello di poter dire di esserci stati un delitto meritevole di punizione.
di Firenze, per esempio, lei voleva solo poter dire di aver bevuto vino in una piazza toscana questo perchè la sua amica MJ durante gli anni di università era stata in Italia qualche mese ed aveva raccontato della meraviglia di trovarsi, alla sera, a bere vino con gli amici in una piazza toscana. e ricordo proprio come se fosse ieri di come aveva schifato qualsiasi cosa, dal Duomo agli Uffizi al Ponte Vecchio per sedersi ad un tavolo in piazza a bere vino rosso. ricordo anche che mi aveva chiesto, forse per la duecentesima volta, Ma siamo in una piazza toscana? ricordo anche di aver bestemmiato, per la prima volta non in silenzio che quel tour de force in giro per l'Italia e l'Europa mi stava uccidendo, e sillabando bene, di averle detto: stai bevendo vino, siamo in una piazza, Firenze è in Toscana. Si! stai bevendo vino in una piazza toscana.
intendiamoci, il viaggio per me è un viaggio a metà se non c'è anche il vino ed il cibo in mezzo, ma io, prima di partire, per qualsiasi meta, ho fatto sicuramente qualche lettura, qualche itinerario, ho comprato guide, me le sono lette, o preso piantine, ho ipotizzato un tragitto, ho guardato internet insomma, ho in qualche modo cercato di capire prima cosa mi sarebbe piaciuto vedere e fare per poi lasciarmi andare al godimento una volta raggiunta la mia meta.
lei invece era venuta in Italia completamente impreparata e per niente vogliosa di imparare, Venezia, per esempio, lei non aveva idea che ci fosse l'acqua, a Venezia, e io le avevo pure regalato un libro diversi anni prima. Libro che, evidentemente, non aveva neanche sfogliato.
Durante i suoi 15 giorni italiani aveva insistito, a morte, per andare a Parigi, ecco Parigi io l'amo nel profondo, Parigi è la mia città di elezione, Parigi, non esagero, la conosco proprio bene avendola vissuta da parigina e non solo da turista e ci sono stata almeno 30 volte eppure io Parigi, quella volta lì l'ho odiata. qualsiasi luogo, locale, chiesa, giardino, strada, qualsiasi cosa noi abbiamo fatto o visto fu una costrizione, un disinteresse, un peso per lei.
La sua amica Sue le aveva detto che adorava andare al Sacre Coeur durante il suo soggiorno parigino e quindi l'unica cosa che Barbara voleva poter dire era di essere stata al Sacre Coeur (che io personalmente non mi piace neanche molto e non ci vado volentieri).
Così, il giorno della partenza abbiamo fatto un po' di giri e la prima chiesa che ho visto le ho detto che era il Sacre Coeur. Lei allora si è messa a piangere dalla commozione che era al Sacre Cour e poi è corsa a comprare le cartoline da spedire agli amici per dirglielo.