Sabato mattina sono stata ad una conferenza sul testamento biologico. C’erano due giuristi, un medico e Beppino Englaro, che conosce a memoria ogni singola data di quello che è stato un massacro durato oltre 15 anni. Credetemi, anche solo trovarsi nella sua stessa stanza è una cosa che spacca il cuore.
Comunque… gli interventi sono stati illuminanti, soprattutto quelli da parte dei giuristi. E ci sono stati, in quelle 3 ore, parecchi spunti di riflessione, tutti egualmente interessanti. Uno mi ha particolarmente colpita. Ci stavo pensando da qualche giorno ma non l’avevo ancora elaborato completamente. Insomma, questa idea secondo cui nessuno ha il diritto di decidere della sorte di un corpo in realtà è solo una gran balla.
Nel momento stesso in cui una persona passa allo stato vegetativo permanente, questa smette di avere alcun diritto su se stessa per diventare proprietà e soggetto delle altrui decisioni. Non è vero che NESSUNO decide perché in realtà tutti decidono tranne il malato. Quella persona, il suo corpo, diventa proprietà d’altri… del medico che lo cura, della USL che paga il medico, del Comune che gestisce l’Ospedale, dello Stato che ha scelto che così doveva essere e della Chiesa che lo ha voluto.
Nel momento in cui una persona è più debole, nella condizione più difficile e penosa della sua vita, è in questo frangente che la si priva di qualsiasi dignità e della capacità di poter decidere per se stessa. La si retrocede ad incapace e si sceglie di decidere per lei, a dispetto di quelle che erano le sue idee e le sue volontà fino al momento in cui poteva esprimerle. Questo è aberrante.
Vi invito a leggere, se ne avete voglia, l’articolo apparso sul Mattino di Padova il giorno successivo all’incontro. Ernesto Milanesi, l’autore, ha scritto tanto di più ed ovviamente molto meglio di me.
Comunque… gli interventi sono stati illuminanti, soprattutto quelli da parte dei giuristi. E ci sono stati, in quelle 3 ore, parecchi spunti di riflessione, tutti egualmente interessanti. Uno mi ha particolarmente colpita. Ci stavo pensando da qualche giorno ma non l’avevo ancora elaborato completamente. Insomma, questa idea secondo cui nessuno ha il diritto di decidere della sorte di un corpo in realtà è solo una gran balla.
Nel momento stesso in cui una persona passa allo stato vegetativo permanente, questa smette di avere alcun diritto su se stessa per diventare proprietà e soggetto delle altrui decisioni. Non è vero che NESSUNO decide perché in realtà tutti decidono tranne il malato. Quella persona, il suo corpo, diventa proprietà d’altri… del medico che lo cura, della USL che paga il medico, del Comune che gestisce l’Ospedale, dello Stato che ha scelto che così doveva essere e della Chiesa che lo ha voluto.
Nel momento in cui una persona è più debole, nella condizione più difficile e penosa della sua vita, è in questo frangente che la si priva di qualsiasi dignità e della capacità di poter decidere per se stessa. La si retrocede ad incapace e si sceglie di decidere per lei, a dispetto di quelle che erano le sue idee e le sue volontà fino al momento in cui poteva esprimerle. Questo è aberrante.
Vi invito a leggere, se ne avete voglia, l’articolo apparso sul Mattino di Padova il giorno successivo all’incontro. Ernesto Milanesi, l’autore, ha scritto tanto di più ed ovviamente molto meglio di me.