31/05/11

rapporto mensile, obiettivi e felicità

felicità è anche che io ieri pomeriggio ero in ufficio no? ieri pomeriggio ero in ufficio e stavo scrivendo il mio monthly report, capito? in pratica a lavorar con gli americani è bello in generale molto spesso tranne a fine mese che te devi sbatterti un casino per fare i monthly report che son quella cosa che te c'hai da passare una giornata a spiegare per filo e per segno cosa hai combinato, di buono, durante l'ultimo mese.  che io al mio capo in america, io c'ho il capo americano, in pratica qui in italia l'anarchia, comunque io al mio capo americano gli ho detto guarda, te mi sei tanto simpatico, son tanto felice lavorar con te ma piuttosto di far report a fine mese io mi farei battezzare. e lui, che è un uomo simpatico in effetti c'è della ragione che son felice a lavorar con lui, ecco lui m'ha risposto, bene, allora negli obiettivi di fine anno (io c'ho cinque obiettivi da raggiungere per fine anno, se non li raggiungo volan cazzi credo), scrivici anche "non lamentarsi". comunque per tornare al discorso della felicità ecco ieri pomeriggio ero in ufficio a scrivere il mio monthly report e poi l'ho finito e gliel'ho mandato. e poi non sapevo cosa altro fare di me c'avevo questa gioia che facevo il moonwalking in ufficio e allora non ce l'ho fatta più, gli ho scritto: capo, questo è un giorno felice per l'italia. Giuliano Pisapia è il nuovo sindaco di Milano. secondo me all'americano gl' importa na sega ma io c'avevo bisogno. non puoi stare ferma e tranquilla in ufficio a fare il montly report il giorno che Giuliano Pisapia diventa sindaco di Milano. non puoi.

27/05/11

la vita che sto vivendo in questo preciso momento qui, mi piace tantissimo!

oggi il mio collega Nicola è venuto in ufficio da me per raccontarmi del libro che ha voglia di comprarsi domani, in libreria. dopo, ha sfoderato, sorridente, la stampata della copertina di Spinoza2
poi, quando gli ho spiegato che il nick del mio fidanzato è Serena Gandhi non la smetteva più di ridere.

23/05/11

il dio greco

c'è una categoria di uomini che ho sempre mal sopportato. questa è la categoria del dio greco. ello, il dio greco, è talmente concentrato nel donare al mondo intero la sua ineffabile bellezza che spesso dimentica le cose più banali, ma come dargli torto? son banali!  conversare, chiedere per piacere o dire grazie o scusarsi, essere gentili, educati magari spiritosi e perché non ironici? no! questo è troppo. il dio greco ti consente di camminargli vicino, di essere seduto allo stesso tavolo, di calpestare il medesimo tratto di strada. il dio greco esiste e della sua esistenza il popolo femminile ringrazia. la fortunata compagna di cena ringrazia adorante.

io, fortunatamente, di dei greci ne ho conosciuti gran pochi. normalmente quando mi si son parati davanti, nella vita, ho voltato il culo e me ne sono andata. quando non posso evitarli mi piace guardarli appena, con indifferenza, e generalmente ignorarli perché si vede che ci rimangono male. alla fine son degli ingenui, poverini. ingenui e prevedibili. per questi semi-dei trovarsi inaspettatamente ignorati è un evento sconosciuto e fastidioso al quale spesso reagiscono con sgarberia cercando attenzione totale. esce in quel momento il loro aspetto irritante e fastidioso. gli dei greci sono maleducati, prepotenti ed egoisti.

il primo dio greco col quale mi son imbattuta l'ho sganciato dopo due ore, avevo 19 anni e mi son imposta di non sbagliare più. ho risbagliato almeno vent'anni dopo quando sono uscita con un altro superbello per una cena che gli essere umani conteggiano della durata di due ore e mezza ma che io, durante, mi volevo impiccare. l'ultimo sbaglio risale all'altra sera, al corso di fotografia, siamo così pochi che si tende ad aspettare il ritardatario. il dio greco ha totalizzato mezz'ora e quando è entrato non ha neanche chiesto scusa. si è seduto sulla sedia e la profe a quel punto aveva già le mutandine bagnate. ha passato i successivi venti minuti a gorgheggiare con lui prima di rendersi conto che c'ero anche io, nella sala, ospite pagante.  durante il corso il "greco" ha spesso interrotto la discussione per fare domande inopportune. in quei casi lei non l'ha tacitato ma ha semplicemente smesso quello che stava facendo per dargli retta in un gran batter di ciglia. 

ci sono poche cose più penose, noiose e prevedibili di un dio greco. e sono le femmine che vogliono fare colpo.

17/05/11

preferivo prima

quando gli chiedevo l'autografo su un libro, lo Zio Manhattan aveva la brutta abitudine di disegnarci dei cazzi (uno in realtà) (anche uno il libro che gli ho chiesto di autografare veramente) (era lo Spinoza) (quello numero uno, il primo), lo faceva per farmi dispetto così io non potevo andare in giro a far la figa che c'avevo il libro autografato dall'autore. 
così sabato quando son andata là da lui a chiedergli l'autografo sul secondo libro (Spinoza2) io prima di tutto c'ho detto: non disegnar cazzi per favore. (non so, vedete voi se una della mia età deve andare da uno della sua età a domandare cose che suonano come "non disegnar cazzi per favore") (lasciam perdere). 
e infatti lui sabato, sul mio Spinoza2 non mi ha disegnato nessun cazzo (per quanto, c'è un CIAO disegnato con una forma che mi viene il nervoso ma lasciam stare, facciamo che lo capisco solo io).
poi dopo son andata da tutti gli Spinozi e gli ho chiesto di autografarmi il libro anche loro così ho un libro fighissimo tutto autografato da tutti gli Spinozi. di che libro parlo? pivelli! parlo di Spinoza2. 
poi son andata anche dal Professor Morte a farmi autografare il mio Spinoza2 (una risata vi disseppellirà) e lui ha scritto un bel po' e io ero anche contenta, ho pensato: ma guarda te che bravo questo Professor Morte che mi scrive le dediche lunghe anche se non ci conosciamo neanche. e poi son andata a guardare tutta orgogliosa la mia dedica lunghissima e c'ho trovato scritto: Impiccatevi nel cesso. 
ora, a parte che a scrivere il Professor Morte è di una lentezza disarmante. a parte questo, a sto punto preferivo prima, preferivo i cazzi.

12/05/11

va bene va bene va tutto bene

stavamo passeggiando lungo le mura aureliane e la macchina fotografica ha smesso di funzionare. con tutte le cose che devo fare quella si è rotta il motorino dell'ottica. così. un momento prima era la mia Sony, io ero la sua mamma e niente di brutto poteva capitarle, un momento dopo faceva un suono, tipo il pianto di un bambino abbandonato, il lamento di un animale ferito. aiutatemi a piangere, che c'ho il corso di fotografia mercoledì (vi avevo detto che facevo un corso di fotografia? no? è cominciato ieri) poi oggi ho la cena dei sommelier. poi sabato pomeriggio c'è the big event "the eventone": Spinoza2 e c'è anche il mio fidansé, vuoi che non fotografo il mio fidansé assieme a tutti i suoi amichetti immaginari mentre presentano Spinoza2?, poi sabato sera a Chieri ci son io che leggo. essì, di nuovo, leggo. (non vi libererete maaaai di me) (moriremo tutti). e nel frattempo mi si è rotta la macchina fotografica.

ma io, furba come una faina sono corsa al centro assistenza per vedere se poteva capitare il miracolo tipo che la macchina non era veramente rotta ma c'era finita dentro -una cartina di caramella Monk la caramella del monaco-, tolta la cartina risolto il problema (parlo per esperienza). invece purtroppo non ho mangiato nessuna caramella Monk dentro la mia macchina fotografica. proprio si era rotta l'ottica. ripararla ci volevan 10 giorni forse di più, comprarla nuova non si trovava più quell'ottica lì nuova e io ero abbastanza sul disperato. e sono lì nel centro assistenza che sto anche un po' piangendo cerco di fargli pena che magari si muovono a compassione e mi riparano l'ottica con la sola imposizione del "mabbasta!" quando un ragazzetto, dietro di me, mi dice:

- eh! non le fanno più quelle ottiche lì purtroppo.
- ueeee ueeee ueeee
- io uso ottiche superiori perciò se vuoi ti vendo la mia.
- ti basta un iupi o preferisci che ti dono un rene?

così mezz'ora dopo grazie ai potenti mezzi messi a disposizione da Sony e dalle personcine che comprano Sony che sono tutte personcine abbastanza sul favoloso (mica solo io eh! pure gli altri), grazie a questi potenti mezzi io a Torino vi cavo la vita! (iahuuuu!)

11/05/11

secondo me vale

la Chiaratiz dice che leggere Infinite Jest senza leggere le note di Infinite Jest è come non leggere Infinite Jest. ma non scherziamo! dai! secondo me puoi leggere Infinite Jest anche senza leggere le note. secondo me è come leggerlo. non ci piove.  poi se mi vien voglia di rileggerlo, un giorno, nel futuro, lo leggo anche con le note. per il momento, visto che lo finirò l'anno prossimo, per il momento lo leggo senza note che vale benissimo uguale. anche perché signori miei, Infinite Jest fa 1100 pagine, le note fan 100 pagine. scherziamo davvero che io son qui che mi faccio un culo come un paiolo a cinque pagine alla volta e poi vien fuori che non l'ho neanche letto? dai, per favore. poi non mi ricordo bene ma mi pare che la Chiaratiz aveva detto che se superavo pagina 100 mi faceva tipo un regalo, mi cucinava qualcosa di spettacolare mi pare. chiedo aiuto ai miei biografi. in ogni caso sappia la Chiarettis che son arrivata a pagina 120 e ancora non mi è passata la voglia e quindi adesso paghi il debito, cara te!, mi cucini qualcosa di spettacolare. e poi senza note vale. eccome che vale.

10/05/11

tutta colpa che non ho nessun ebook da leggere. tutta colpa dello zio manhattan!

ho finito tutti gli ebook che avevo da leggere. li ho finiti tutti. erano due. li ho finiti. il primo era la matematica è scolpiata nel granito, il secondo era restituiscimi il cappotto. finiti. io viaggio molto. lo zio manhattan deve finirla di fare uscire un ebook ogni due mesi. si deve un po' dare una mossa secondo me. non che voglio lamentarmi del mio editore di riferimento. non sia mai. lamentarsi, non è da me. però anche lui mi pare che stia lì a batter la fiacca. un po'. penso io. due libri in quattro mesi. ditemi voi se vi pare normale. così andare a roma, questo weekend, mi è toccato di portarmi dietro Infinite Jest. provatevi voi ad andare in giro con Infinite Jest nello zaino. vi viene la scoliosi. dai zio manhattan! porca miseria. su.

05/05/11

na tazzulell' e café

dopo Ale ha fatto il caffé. io un po' mi sto abituando ma mia mamma per berlo ha dovuto aggiungerci due dita d'acqua. io lo bevo perché piuttosto di farlo io mi farei battezzare ma è perché sono pigra. se dovessi scegliere proprio gnàmorta perché una beve il suo caffé e va indrìo-schina! 
la prima volta che ho utilizzato questo termine stavamo tornando da Altamura, eravamo in un Pavesino verso Avellino. Ho bevuto il primo sorso di caffè e mi sono esplose le cornee.

04/05/11

michael jackson

l'altro giorno è arrivata mia mamma, ci siam messe in cucina a chiacchierare, dopo un po' è entrato Ale e mia mamma proprio neanche ciao gli ha detto, mia mamma gli ha detto subito: ma come sei bello Alessandro. sei proprio bellissimo. Lui è restato impassibile. un lord inglese. tipo un sorriso e basta. se una cosa così la dicevano a me facevo il corridoio in moonwalking.

03/05/11

le villevenete in veneto si pronunciano tutte attaccate come padrepio in puglia. provate... villevenete!

io, sid, nata a Padova mmmdue anni fa e ivi residente dai medesimi, di villevenete,che il veneto pullula di villevenete, io ne ho viste ben, fatemi contare, diocristo la memoria. mm...una!
poi col moroso quando andiamo in giro in macchina lui ogni tanto dice +1 che sono le villevenete che lui vede e che io non ho visto.al momento siamo tipo a quota +16 a suo favore. meno male che non sono una tipa competitiva.
in pratica le villevenete in veneto c'è pieno ma io son talmente abituata che non ci faccio neanche caso e son tutte lì, palladiane che svettano nel loro palladio. e io non le vedo.
meno male che non sono una tipa competitiva.

poi un giorno sempre il moroso m'ha detto, andiamo a vedere una villaveneta? e io gli ho detto villevenete non mi pare che ce ne siano in veneto, cioè ce n'è una che ho visto tempo fa se vuoi ci andiamo per il resto direi che non ce ne sono altre. poi ci ho pensato un po' su. gli ho anche detto aspetta che ci penso un po' su. e poi gli ho detto no. altre non ce ne sono.

poi l'altro giorno ho trovato un bel libro con tutte le villevenete e l'ho comprato e gliel'ho regalato e gli ho detto: vedi mo' quante villevenete ci sono in veneto? lo sapevi te? c'è pieno di villevenete in veneto. pullulano. se vuoi, una alla volta, ce le andiamo a vedere tutte. e lui era anche abbastanza contento ha detto volentieri.

e infatti domenica abbiamo visitato la prima villaveneta e anzi ci abbiamo passato parecchio tempo tutto il pranzo e fino a dopo cena siamo stati lì. e anche lui si è divertito. noi abbiamo portato i piselli e la verdura dell'orto di mia mamma, la Chiara ha cucinato e ha offerto i biscotti, lo Splendido lui faceva l'oste, abbiamo preso il sole sulla sdraio e poi sono arrivati Arcureo, la Syl@, la Mara e il Domi abbiamo mangiato gelato, bevuto prosecco, giocato a pictionary anche con gli splendidini e ci siamo abbronzati, a una certa ora in tv davano ritorno al futuro e ne abbiamo visto un po'. è stato bellissimo. andare nelle villevenete ti diverti un casino!

02/05/11

post molto lungo ma abbastanza spiritoso e comunque interessante e dopo che lo avrete letto sarete sicuramente meno ignoranti nel senso che ignorerete meno, mica per offendere

uno dei vantaggi (l'unico in effetti) di avere un fidanzato che abita lontano è quello di vivere i nostri weekend come vacanze, il che significa, più o meno, trattare le nostre città da turisti, visitandone i luoghi come se non li avessimo mai visti (nel caso specifico della mia ignoranza capresca è spesso così a prescindere).
sabato mattina per esempio abbiamo preso parte ad un tour guidato (beissimo) del Bo, la parte antica dell'università di Padova. a parte che l'università di Padova è un'istituzione di cui noi padovani dovremmo andare veramente ma veramente fieri, comunque a parte questo, graziati da un tempo stupendo devo dire che l'università appariva, se possibile, ancora più bella.
intanto ciò piacere di dire una cosa, la prima cosa che voglio dire è che Padova è la terza università (per fondazione) del mondo. prima c'è stata Bologna fondata nel millecentoefischia, poi c'è stata Parigi fondata anche lei su per giù in quelle date lì, e poi c'è Padova fondata nel 1222 che è una data che adesso non me la scorderò mai più. in realtà avrei dovuto dire che era la terza università per fondazione del mondo "occidentale" perché dicheno che ce ne sia stata una, in Cina, fondata ben prima di quella Bolognese ma siccome carta canta e villan dorme, finché non sono in grado di provarlo prendano e portino a casa.
in ogni caso: Padova 1 - Roma 0 prendano e portino a casa anche loro. tiè.
l'altra cosa che c'ho piacere di dire è che la sede dell'università, alla sua fondazione, non era dov'è adesso. adesso è in un edificio chiamato Bo, prima non me lo ricordo dove ha detto che era. il Bo si chiama così perché in effetti prima di diventare sede universitaria era una trattoria / locanda e si chiamava al Hospitium Bovis, o come dicevan tutti "al bo" (non è vero questo l'ho inventato io adesso) e il nome è rimasto quello e non solo, pure lo stemma dell'università di Padova, riporta un bue. e a me, sapere questa cosa qui m'ha fatto un piacere grande. che già nel millequattrocentoeffischia la gente chiamava quel posto col nome che quel posto aveva prima è un po' come adesso quando io dico, ci troviamo al tribunale vecchio, che il tribunale, dove io dico tribunale vecchio, non è più lì da quasi 10 anni ma c'era e per i padovani, quelli più âgées, quella rimarrà sempre la via del tribunale e però bisogna dire tribunale vecchio perché se dici tribunale e basta è chiaro che vai a finire nella via del tribunale attuale e casca tutto questo palco che ho appena costruito.
oi, non devo essere stata molto attenta perché colta dalla curiosità di andare a vedere il bue nello stemma dell'Università sono andata a cercare lo stemma e in effetti del bue non c'è traccia. mi viene da ritornare là e chiederle dove ho sbagliato. oppure se questo particolare della storia vi interessa moltissimo come giustamente dovrebbe essere potete chiedere a Ale che lui ha una memoria della madonna.
ma vado avanti.
tra le cose che abbiamo visitato posso elencare, l'aula magna che è bellissima e imponentissima e tutta ricoperta degli stemmi delle casate degli studenti che facevano parte del senato accademico. questi stemmi, i più piccoli, contornavano uno stemma più grande che era quello del loro professore. stemmi di questo tipo ricoprono praticamente tutte le pareti dell'università pertanto nel milleseicentoeffischia, dato che non c'erano più pareti libere e per non togliere gli stemmi antichi per sostituirli con i nuovi, quest'usanza è stata interrotta. ed è bello sapere che nel milleseicento la gente, de pipol, ci teneva alle sue cosine.
l'aula magna era anche l'aula degli eventi e infatti era lì che Galileo Galilei teneva le sue lezioni. fuori dall'ingresso c'è ancora la sua cattedra datata millecinquecentoeffischia. le teneva in aula magna perché aveva bisogno di spazio. per contratto infatti doveva svolgere solo 61 mezz'ore di lezione l'anno. queste occasioni erano perciò così rare e prestigiose che tutto il mondo accademico dell'epoca voleva assistervi e serviva spazio. praticamente Galileo Galilei iz de old Mick Jagger.
un'altra cosa che abbiamo visto è l'aula dove discutono le tesi di laurea gli studenti di medicina e di ingegneria. a Padova oggi ci sono oltre sessantamila studenti. sarebbe impossibile laurearli tutti in quella stanza perciò, visto che la sala si trova all'ingresso del Teatro Anatomico, prodigio dell'ingegneria, quelle sono le sole due facoltà che hanno il diritto di utilizzarla. urge la spiega della sala. un po' di teschi in giro. un po' di corpi morti disegnati. un tavolo enorme ed elegantissimo fatto a ferro di cavallo tutto attorniato, sul lato esterno, da poltrone in pelle di nobile, morbida e ricca fattura. al centro del ferro di cavallo una sediolina minuscola dall'aria scomodissima e pericolante con, di fronte, un tavolino altrettanto minuscolo e pericolante. insomma, il laureando attorniato dal sapere che non deve sentirsi in alcun disagio né difficoltà durante la sua discussione. giusto per rendere le cose più facili. bravi.
la penultima cosa che abbiamo visto è stato il Teatro Anatomico. pare essere il Teatro Anatomico più grande del mondo e non lo dico io lo dice wikipedia. non è possibile però visitarlo dall'alto dato che i legni di cui è composto sono del cinquecento. dal punto di vista del cadavere (cioè il nostro) la sala è bellissima ma il teatro sembra minuscolo, bisogna dirlo. comunque quello che abbiamo capito è che nel millecinquecento i padovani erano piccolissimi, quandomeno i cadaveri.
l'ultima cosa che abbiamo visto è una statua in onore della prima donna laureata al mondo nel 1678 che è Elena Lucrezia Cornaro Piscopia e non, come ha detto Ale, Rita Levi Montalcini.