Uno scrittore viveva con una bambola gonfiabile, molto ben fatta, che non aveva nulla da invidiare a una donna vera, tranne il fatto che non parlava e non si agitava.
S'incontrava con altri scrittori che avevano ciascuno la propria bambola: stavano a conversare in salotto o in sala da pranzo, e mettevano le bambole sedute assieme, a parte, giacché non potevano partecipare alla conversazione o al pasto, com'era ovvio; però erano belle a vedersi, e arrivava da loro un profumo zuccheroso di mammola che era il loro profumo di fabbrica, più intenso nelle parti intime, ma che si sentiva leggermente nell'aria anche quando erano vestite.
Ermanno Cavazzoni
Guanda - Narratori della Fenice