Qualche mese camminavo in Fondamenta degli Incurabili. E qualcuno, mi pare Mitia, mi faceva notare che c'era un libro, di Brodskij, che si chiamava proprio così: Fondamenta degli Incurabili e io ho pensato due cose, che quel libro l'avrei voluto comprare e che Fondamenta degli Incurabili è proprio un nome bellissimo. Solo che poi i giorni son passati e io mi son scordata.
A dicembre, Alessandro e io, abbiam sentito parlare di Fondamenta degli Incurabili. Forse leggevamo Paolo Nori, non so. Mi sono ricordata però di esserci passata e gliel'ho detto anche a Ale che io, lì, c'ero stata e che poi magari la prossima volta a Venezia ci portavo pure lui. E m'è tornato in mente che lo volevo comprare. Poi mi son scordata di nuovo.
L'altro giorno Ale mi dice che si è comprato un libro di Brodskij. Mi dice non si ricorda dove l'ha sentito ma è un'edizione Adelphi, lui era un premio Nobel così l'ha comprato. Mi dice che è contentissimo. Che ha scoperto uno scrittore di grande sensibilità. Mi dice anche il titolo e il titolo, a me invece, non dice niente. E però Brodskij in testa mi ricorda qualcosa solo che non mi ricordo cosa. Non mi ricordo dove l'ho sentito e perché o per quale titolo. Non mi ricordo niente se non che Brodskij mi ricorda qualcosa.
Infine domenica siamo andati a Bologna e, come sempre, per fare bella figura l'ho portato alla libreria Coop e mi sono ricordata di Fondamenta degli Incurabili. L'ho cercato. L'ho trovato. Era di Brodskij.
E non è che questi son casi e coincidenze perché eran settimane che per una cosa o per l'altra ci giravamo attorno a Brodskij e a Fondamenta degli Incurabili, solo che mi ha fatto così sorridere che entrambi, dimentichi di chi ci aveva informato e per motivi diversi, stavamo facendo la medesima esperienza. Stavamo approcciando lo stesso scrittore. E m'è piaciuto.