entrare in casa mia con le chiavi che io, nella mia ingenuità di tenera pastorella, ti ho donato per quando io mi chiudo fuori di casa.
con la scusa di farmi una minestrina calda per sollevare il mio dolore di donna malata sbausciata chiedermi il mio computer perché così intanto passi il tempo mentre il brodo, di dado, si fa.
entrare in camera da letto col computer in mano e pronunciare tante volte la frase "eeeeh, io, a Parigi, io, non ci sono mai stata, io.".
nel frattempo io biascico le parole di stupore tipiche di una donna malata sbausciata nel letto, parole di stupore che suonano, più o meno come "ma coscia scentra Parisci adescio?"
cominciare così, casualmente, a guardare i siti di compagnie aeree così tanto per fare e trovare un viaggio very low cost ma che parte da Venezia Marco Polo e arriva a Parigi Charles De Gaulle così non ti devi neanche sorbire un'ora e mezzo di autobus che a me, nella vita, un culo così non mi è mai capitato capita a te così per caso neanche avessi cercato per mesi e poi avessi trovato l'occasione giusto in tempo per fiondarti a casa mia (con le mie chiavi che mi hai carpito con l'inganno) quando sono sbausciata nel letto donna malata veramente.
questo è il mio momento di replicare a tutta questa violenza psicologica in un momento di sbausciamento e prostrazione fisica e io riesco a farlo con onore pronunciando parole sconosciute che suonano più o meno come "mi dai la minesctrina per favore? con le sctelline? eh?"
dopo di questo ricordo solo l'odiosa frase "ciai mica una carta di credito sottomano per caso?" e soprattutto l'odiosa risposta "sci? scellò!"
e poi, prima dell'oblio, solo clicchete clicchete clicchete clicchete....